Un’azienda americana, DroneSeed, supportata dalla Federal Aviation Administration, ha progettato speciali droni al fine di favorire la riforestazione in tempi brevi delle aree ferite dagli incendi che hanno colpito gli USA. E i risultati sono eccezionali
Gli Stati Uniti hanno visto quest’anno la più devastante stagione di incendi mai registrata, con più di 3,2 milioni di ettari di terra bruciati in tutto il paese. Una cifra monstre, che rende bene l’idea della gravità degli avvenimenti che hanno colpito soprattutto la California, l’Oregon e lo stato di Washington. La rigenerazione delle foreste che si trovavano su gran parte di questi territori normalmente richiederebbe anni interi, e coinvolgerebbe centinaia di persone, impegnate a reimpiantare manualmente gli alberelli coltivati in vivai dedicati (plant nurseries). Ma come riporta la CNN, potrebbe esserci una soluzione molto più rapida ed efficace, affidandosi alla tecnologia moderna. Infatti, gli Stati Uniti hanno deciso di fare affidamento sui droni. Questa soluzione nasce da una semplice idea: se un drone è in grado di sorvolare intere aree mostrandoci delle immagini, perché non utilizzarlo per far “rinascere” questi territori feriti?
Ma come? Tutto ciò è diventato realtà grazie a DroneSeed, azienda con sede a Seattle (nello stato di Washington), che, come suggerisce il suo nome (seed = seme), ha progettato e utilizza flotte di droni per rimboscare le aree che sono state bruciate, lasciando cadere quelli che chiama “vasi di semi” nelle aree in cui hanno le migliori possibilità di ricrescere.
Caratteristiche e tecnologia
I droni progettati da DroneSeed sono alti circa un metro e, fino a cinque alla volta, possono volare insieme su rotte pre-programmate. Il CEO di DroneSeed Grant Canary ha affermato alla CNN che i droni “possono coprire fino a 50 acri al giorno (20,2 ettari, n.d.r.) e ciascuno può trasportare fino a 57 libbre (circa 26 kg, n.d.r.) di semi“. E ha aggiunto: “Siamo venti volte più veloci di un piantatore di alberi che con una pala copre circa due acri al giorno, e abbiamo ridotto le catene di approvvigionamento (per ottenere nuovi semi n.d.r) da tre anni a tre mesi“.
E per quanto riguarda la loro piantumazione? DroneSeed afferma che i semi da loro progettati sono costituiti da una combinazione di fertilizzanti, sostanze nutritive e deterrenti per i parassiti, che aiutano i semi a mettere radici in modo più efficace, senza dover essere sepolti fisicamente nel terreno. Una curiosità: per evitare che vengano mangiati dagli animali selvatici essi contengono inoltre del “pepe super piccante”, dichiara Canary.
Ma un altro grande punto di forza di DroneSeed è Lidar, ovvero la tecnologia di rilevamento – utilizzata anche dalle auto a guida autonoma – utile a mappare il mondo che in quel momento circonda il drone, creando un modello 3D del terreno. Questo è abbinato a sensori che misurano diverse lunghezze d’onda della luce per rilevare la differenza tra le aree di ghiaia e i luoghi in cui un terreno sano può essere più adatto per la riforestazione.
Data la comprovata efficacia dei suoi mezzi, l’azienda di Seattle ha ricevuto esenzioni dalla Federal Aviation Administration americana. L’azienda sta già ripristinando le foreste colpite dagli incendi che hanno distrutto la California (detto August Complex Fire) e l’Oregon; e sta esaminando altre aree colpite da incendi lungo la costa occidentale, per trovare territori adatti nei quali la sua tecnologia potrebbe essere utilizzata.
Leggi Anche:
Va precisato che ripiantare le foreste dall’aria non è in realtà un approccio completamente nuovo, con aerei o elicotteri spesso utilizzati per disperdere i semi. “Il semplice lancio di semi di alberi dagli aeroplani può avere successo, ed è molto più economico della semina manuale“, ha detto Ralph Schmidt, professore presso l’Earth Institute della Columbia University. “Coltivare piantine in vivaio e piantarle manualmente avrà sempre un tasso di successo molto più alto rispetto alla semina aerea, ma è un processo molto più lento e costoso“.
DroneSeed afferma che può far crescere fino a 140 alberi per acro sulla base di prove in Nuova Zelanda e nello stato di Washington. “Ora, con questa stagione degli incendi, abbiamo una domanda senza precedenti“, ha detto Canary. E mentre il cambiamento climatico continua ogni anno ad avere effetti devastanti, si spera quindi che la tecnologia di DroneSeed col passare del tempo possa aiutare a ricostituire le foreste in modo ancora più rapido e concreto.