I test sulle automobili a guida autonoma continuano ad aumentare in tutto il mondo. Arriverà il turno per l’Italia?
Il settore della guida autonoma è sempre più quotato, e la maggior parte delle case automobilistiche porta avanti almeno un progetto riguardante un veicolo con sistemi di guida autonoma. Partendo dai modelli equipaggiati di tecnologie meno recenti, quali la frenata e il parcheggio assistiti, fino ad arrivare a livelli di guida autonoma totale, in cui il conducente potrebbe non dover prestare attenzione alla strada (potendo liberamente decidere se schiacciare un pisolino). Vediamo quali sono i paesi che credono maggiormente nel futuro di questa tecnologia.
Secondo l’ultimo rapporto del 2019 di “Autonomous Vehicle Readiness Index” i Paesi Bassi risultano essere al primo posto al mondo in qualità di nazione concentrata sullo sviluppo dei veicoli a guida autonoma. Nell’edizione 2018 dello studio, conquistarono già la vetta del podio grazie ai camion autonomi sulla “Tulip Corridor”, la tratta commerciale dei fiori che da Amsterdam passa per Anversa e Rotterdam arrivando fino in Germania.
Il secondo posto è stato ottenuto da Singapore, la metropoli asiatica che sta spingendo sull’innovazione a tal punto da creare una di città AR (realtà aumentata) con semafori, segnaletica, parcheggi e perfino edifici costruiti appositamente per testare veicoli a guida autonoma. La Norvegia, new entry in questo campo, si piazza direttamente al terzo posto, scalzando gli Stati Uniti: parliamo comunque di Tesla, grossa azienda tecnologica a favore della guida autonoma, che ha investito ingenti somme nello sviluppo di nuove tecnologie in questo campo.
Ultimamente ha annunciato, spiazzando i media, di avere pronto un nuovo dispositivo per una guida completamente autonoma: il sistema si chiama Autopilot Hardware 3.0, una piattaforma progettata internamente dalla casa californiana che verrà presentata agli investitori il prossimo 19 aprile in un evento streaming. Il sistema avrà una nuova intelligenza artificiale, supportata dal cosiddetto “neural net accelerator” in grado di affrontare tutte le dinamiche di guida senza la supervisione di un essere umano. Insieme a Waymo, azienda appendicolare del colosso californiano, lo scorso dicembre ha lanciato il primo servizio di taxi a guida autonoma nell’area metropolitana di Phoenix, in Arizona, riservato ad un numero contenuto di utenti.
Anche Volkswagen negli scorsi giorni ha iniziato a testare veicoli a guida autonoma di livello 4 su una scala che va da 1 a 5 stabilita da Sae. In questo caso si parla di una guida altamente autonoma (con la presenza comunque di un pilota in grado di intervenire in caso di necessità) in mezzo alla città di Amburgo, su un tragitto prestabilito di tre chilometri dove sono state testate cinque e-Golf equipaggiate con 11 scanner laser, 14 telecamere, sensori a ultrasuoni e 7 radar. La distanza del percorso triplicherà nel giro di un anno completando un’area di prova di circa 9 km equipaggiati con semafori dotati di dispositivi IoT in grado di comunicare coi i veicoli in questione.
Nonostante gli ultimi tentativi effettuati a Torino lo scorso anno, non compare invece nella lista l’Italia. Parliamo di vetture ancora piuttosto limitate a percorsi predefiniti, protetti e separati dal traffico regolare. A marzo l’osservatorio sulle Smart Road del Ministero dei Trasporti ha dato il via libera alla possibilità di effettuare i primi test a guida autonoma sulle strade pubbliche con l’obiettivo di tentare il raggiungimento tecnologico di paesi quali la Cina e gli Stati Uniti. Secondo una ricerca presentata al Parlamento Europeo, le potenzialità di crescita di questo mercato sono decisamente importanti: si parla infatti di un volume di 800 MLD di euro circa al comparto delle auto e a quello tecnologico entro il 2025.
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Inoltre le statistiche stimano da ormai molto tempo che oltre 9 incidenti stradali su 10 siano causati dall’errore umano, il che vorrebbe dire un ipotetica diminuzione futura di incidenti stradali conseguenti all’introduzione di questa tecnologia. In attesa dell’arrivo sul mercato del Livello 3 e 4, previsti per il 2030, potrebbe essere già in fase di sperimentazione avanzata anche la guida completamente autonoma di Livello 5 che segnerebbe sul campo della sicurezza una vera e propria svolta.
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