Perché l’app Immuni non ha riscontrato il successo che ci aspettavamo e cosa è andato storto
Che l’app Immuni fosse una delle più discusse, si sapeva fin dai rumor sulla sua uscita. Proprio per la sua accuratezza nel segnalare casi Covid-19 e quindi “tener d’occhio” le persone infette, gli italiani hanno storto il naso al pensiero di venir ulteriormente controllate.
Questo particolare anno è stato duro davvero per tutti, nessuno escluso. Non sappiamo a cosa stiamo andando incontro, se la cura in prova funzionerà e se torneremo a non dover più usare la mascherina per uscire di casa.
L’app aiuta ad individuare possibili contatti a rischio, eppure ci sono ancora molti dubbi sul suo utilizzo e un atteggiamento di preoccupazione, sebbene garantisca il pieno rispetto dei diritti dei consumatori e l’anonimato, sono ancora pochi gli utenti che l’hanno scaricata: si stima solo 8 su 100.
Ma allora perchè le persone si sentono più sicure a chiamare i numeri per il coronavirus piuttosto che scaricare l’app?
Secondo diversi psicologi, il flop si collegherebbe alla paura che le persone hanno di dover condividere dati personali con qualcosa che non li ha mai davvero convinti fino in fondo e che anzi, hanno sentito come un’altra costrizione.
Questa cosa al Governo, non è andata giù, e si dice pronto a lanciare un appello per convincere gli italiani a scaricarla, in modo da limitare i contagi.
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Paola Pisano, ministro dell’Innovazione, ha rivelato: “l’app funziona perfettamente e fornisce dati corretti in tutto il territorio italiano. Si sta integrando al meglio con il sistema sanitario. Nel corso di questa fase 3, per questo, avere un’app come Immuni è fondamentale per avere un controllo su contagi evitando di far risalire la curva epidemica”.
L’applicazione però non ha convinto.
Un lato negativo è sicuramente quello che non viene supporta da smartphone vecchi, molti italiani tra l’altro non si fidano a rilasciare i propri dati e temono per la propria privacy, non rendendosi magari conto di farlo già tutti i giorni tramite social e GPS.
Nello specifico l‘applicazione può venire scaricata ed installata in questi device:
Sulla vicenda ha voluto dire la sua anche Max Uggeri, hacker di fama mondiale: “Chi controlla il vasto database dell’app Immuni sa perfettamente del rischio al quale si può andare incontro. Qualche malintenzionato può attaccare l’intero sistema e generare di conseguenza falsi positivi. Il Governo dovrebbe rivedere la situazione e rilasciare un’app maggiormente sicura”.
Quindi, se il vostro smartphone non rientra nei papabili, non potete fare altro che seguire le altre norme: mascherina e lockdown.
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