Pesante sanzione per la casa produttrice di Cupertino: la resistenza all’acqua di iPhone non sarebbe sempre garantita, a differenza di quanto proclamato nelle pubblicità.
L’evoluzione della tecnologia ha portato negli ultimi anni all’avvento sempre più incessante di smartphone resistenti all’acqua. Si tratta di una caratteristica estremamente comoda: in questo modo, il telefono è utilizzabile senza alcun problema ad esempio per girare brevi video sott’acqua, oppure quando si utilizza con le mani bagnate, e così via.
Tra gli smartphone di ultima generazione che garantiscono tale caratteristica vi è la gamma iPhone. I celebri melafonini combinano un design unico ad una esperienza di utilizzo del tutto differente dagli altri smartphone, con sistema operativo diverso. In qualche modo iPhone ha rivoluzionato l’utilizzo dei telefoni cellulari e per questo è uno dei prodotti più scelti nel suo settore.
Gli iPhone negli ultimi anni sono sempre stati presentati con la caratteristica della resistenza all’acqua, un benefit non da poco che ha reso il prodotto di Apple ancora più prestigioso e appetibile ai consumatori.
Pubblicità ingannevole: l’indagine dell’Antitrust
Di recente, tuttavia, l’Antitrust ha condotto una serie di indagini volte a far chiarezza sull’effettiva presenza di questa caratteristica in alcuni modelli di iPhone. In particolare l’ente ha indagato Apple sotto due diverse pratiche commerciali.
La prima è partita a seguito dell’accusa di pubblicità ingannevole da parte dell’azienda di Cupertino in merito a determinati modelli di iPhone: iPhone 8 e 8 Plus, iPhone XR e XS, iPhone XS Max, iPhone 11, 11 Pro e 11 Pro Max. Nelle rispettive pubblicità, Apple ha dichiarato la piena resistenza all’acqua da 1 a 4 metri di profondità, e fino ad un tempo massimo di 30 minuti, in base al modello.
Secondo l’Antitrust, però, nel messaggio pubblicitario non è stato chiarito che tale funzionalità è riscontrabile soltanto in determinate condizioni “di laboratorio”, ad esempio con l’utilizzo di acqua statica e pura, di certo ben differente dall’acqua con cui si interfacciano gli utenti nella vita quotidiana.
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La seconda indagine invece ha riguardato un disclaimer ben preciso indicato da Apple: “La garanzia non copre i danni provocati da liquidi”. Secondo l’Antitrust tale messaggio è perseguibile come ingannevole per l’utente finale, sia perché non si è riferito in maniera chiara alla tipologia di garanzia (convenzionale o legale), sia perché non è stato in grado di contestualizzare correttamente le reali condizioni in cui si verifica la resistenza all’acqua.
Infine, l’Antitrust ha ritenuto pratica commerciale aggressiva il rifiuto di Apple nel prestare assistenza per i suddetti smartphone eventualmente danneggiati dall’acqua. Tale rifiuto è in contrasto con i diritti del consumatore contenuti nel Codice del Consumo.
L’entità della sanzione ad Apple
Per i motivi sopra citati, a seguito delle indagini e della conferma di quanto riscontrato, l’Antitrust ha multato Apple tramite una sanzione complessiva di 10 milioni di euro. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inoltre disposto nei confronti dell’azienda di Cupertino l’obbligo di pubblicare un estratto del provvedimento nella pagina web di iPhone, all’interno del sito ufficiale, alla voce “Informazioni a tutela del consumatore”.
Una vicenda decisamente spiacevole, tanto per l’azienda statunitense quanto per i clienti, che tuttavia la costringerà a rinnovare il proprio impegno e a portare maggior chiarezza nelle comunicazioni commerciali dei propri prodotti.