L’età minima per registrarsi su Instagram è 13 anni ma, purtroppo, ci sono diversi adolescenti che pur di utilizzarla mentono, ma da oggi questo non è più possibile. Scopriamo insieme come.
Instagram ha lanciato dei nuovi metodi per consentire di verificare l’età degli adolescenti, così da rispettare le regole della piattaforma a partire dall’età minima per registrarsi (13 anni compiuti).
In questo caso Meta condividerà le immagini con Yoti, partner britannica per l’identificazione digitale. La tecnologia della start up stima l’età analizzando i volti e i tratti del viso.
Secondo Yoti il suo algoritmo, addestrato sulle immagini facciali di persone anonime e sulla loro data di nascita, non è in grado di identificare individualmente gli utenti ma può solo calcolarne l’età. Inoltre la sua tecnologia è più accurata per i bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni, con un margine di errore di 1.36 anni, e di 1.52 anni per i giovani di età compresa tra i 13 e i 19 anni.
Meta ha assicurato che tutte le informazioni fornite sono private e non saranno visibili a nessuno. Una volta terminato il processo, entrambe le società cancelleranno i dati.
A controllare il comportamento sulla piattaforma da questo mese saranno ancora di più i genitori degli utenti adolescenti di Instagram. Infatti ora potranno impostare dei limiti di tempo e visualizzare i dettagli di tutte le segnalazioni dei loro figli. Gli adolescenti saranno inoltre “invitati” a guardare altri contenuti se visualizzano ripetutamente gli stessi argomenti sulla pagina “Esplora” di Instagram e saranno incoraggiati a “fare una pausa” se scorrono continuamente i filmati.
Ma la verifica sarà obbligatoria? A questa domanda un portavoce dell’azienda ha risposto che Yoti non può pronunciarsi in merito. Di certo il suo software non sarà utilizzato per ora su Facebook, Occulus e WhatsApp. “Ci stiamo concentrando con questo test sulle persone che tentano di cambiare la loro data di nascita da meno di 18 anni a 18 anni e continueremo a cercare altre opportunità per espandere il menu di opzioni per verificare l’età”, aggiunge.
Il gigante tecnologico è stato spesso criticato in passato per la mancata sicurezza degli adolescenti e dei bambini, talvolta esposti a contenuti ritenuti inadatti ai più giovani. Secondo Will Gardner OBE, di Childnet e direttore del Safer Internet Centre
britannico, la sperimentazione è incoraggiante: “C’è il potenziale per cercare di proteggere i bambini da contenuti non adatti a loro e per rendere la loro esperienza su Internet più adatta alla loro età”.
Per la 5Rights Foundation, invece, l’ organizzazione britannica che si batte per la sicurezza dei minori nell’ambiente digitale, tali sforzi erano “attesi da tempo”. Le piattaforme dovrebbero abbandonare l’atteggiamento del far finta di non vedere che ha portato milioni di bambini a essere messi a rischio.
? FONTE: www.panorama.it, www.tgcom24.mediaset.it
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