C’era una volta Pebble. La favola degli smartwatch open source, compatibili con gli smartphone con il sistema operativo iOS ed Android dell’omonima azienda statunitense che riuscì a ricavare 10 milioni di euro per il suo sviluppo, su Kickstarter, fu bella ma senza lieto fine.
Dieci anni dopo Eric Migicovsky ci riprova, fermamente convinto che si possa dar vita a un iPhone Mini con Android, come OS. “Amo i piccoli telefoni. È strano perché ho 6’6” ma non mi è mai piaciuto usare un telefono grande”. Parte da qui il papà di Pebble. La base su cui costruire l’altezza della situazione.
È sempre più chiaro che un piccolo smartphone premium non è in nessuna tabella di marcia OEM, ma soprattutto sembra in controtendenza con la moda del momento. “Voglio riunire altri fan dei piccoli telefoni – continua Eric Migicovsky – fare pressione su Google/Samsung/chiunque affinché consideri la realizzazione di un piccolo telefono”.
Le tre caratteristiche dello smartphone perfetto
Un appello in piena regola, insomma. Con tanto di piccole specifiche, come un display da 6 pollici, dimensioni e design corrispondenti a iPhone 13 Mini, un sistema operativo Android di serie. “Attualmente non ci sono smartphone Android da 6 pollici con queste caratteristiche – assicura Eric Migicovsky – ci sarebbe il telefono perfetto”. Il prezzo immaginato, però, non è basso è inserito in una ipotetica forbice da 700-800 dollari.
Se l’idea è in una sottile linea rossa fra il geniale e il folle, Eric Migicovsky è molto concrete, talmente convinto che detta le sue specifiche ideale per costruire lo “smartphone perfetto”: dal punto di vista estetico deve seguire le orme il Mini industrial design, cornici di larghezza costante attorno all’intero display. Già, il display.
Display OLED da 5,4″ 1080p (60 Hz ok), fotocamere al livello di Pixel 5, ottime prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione, un sistema operativo Android di serie, Snapdragon 8 (o altro processore di punta equivalente), chiaramente un 5G, una fotocamera frontale perforata e due fotocamere posteriori (normale e grandangolare), 8 GB di RAM, memoria 128/256 GB, quattro ore di attivazione dello schermo, Bootloader sbloccabile, NFC.
Uno smartphone, insomma, abbastanza robusto da non aver bisogno di una custodia, resistenza all’acqua IP68, un sensore di impronte digitali sul pulsante di accensione, interruttore muto hardware ricarica senza fili e una SIM virtuale, la eSIM.
Chiosa da idealista: “Questo telefono non esisterà mai a meno che tu, sì, sto parlando di te che leggi questa pagina! Non fai davvero qualcosa al riguardo”. Geniale o folle? Ai posteri l’ardua sentenza.