Rivivere l’emozione e l’adrenalina dell’allunaggio della Missione Apollo 11 oggi è possibile grazie al videogame in realtà virtuale Moon Landing, realizzato dalla Virtual Immersions in Sciences, spinoff della Normale di Pisa. Un’immersione totale nella parte finale della missione Apollo 11 in cui Neil Armstrong ha cambiato il destino delle missioni spaziali.
Moon Landing è di fatto un simulatore ed è stato sviluppato nel 2019 in occasione del 50° anniversario del primo sbarco sulla Luna. E con questo simulatore si può provare l’ebbrezza di manovrare e guidare la navicella che Neil Armstrong ha guidato nel 1969.
Nel videogame bisogna prendere comunque le giuste decisioni, anche se si tratta solo di simulazione: “Bisogna dosare il carburante, ci sono da regolare con i retrorazzi velocità orizzontale e verticale, e l’inclinazione che deve essere 0 gradi, e infine scendere all’interno del cerchio azzurro che è quello dove è allunato Apollo 11. Accanto al giocatore c’è Buzz Aldrin, l’esperienza si basa su parametri fisici realistici, è difficile, non tutti ci riescono al primo tentativo”. È un dettaglio da tener presente, un’iniezione di adrenalina: Armstrong e Aldrin non avevano un secondo gettone per ripetere la partita, per loro sarebbe stato davvero “game over”.”.
A spiegare il progetto, come riporta Italian Tech, il Ceo e direttore scientifico di VIS, Marcos Valdes, astrofisico ed esperto nella divulgazione scientifica ad alto livello. “Per fare questo avevamo bisogno di altre expertise oltre a quella scientifica, l’abbiamo trovata in un socio che è il direttore creativo, Mattia Sgherra, videomaker e visual artist – ha detto Valdes – e soprattutto in un socio e partner industriale, l’ETT spa di Genova https://ettsolutions.com/, che è tra le società più importanti in Italia in tutto ciò che è new media, esperienze immersive e interattive”.
Il progetto è stato presentato al Meet digital culture center, assieme alla versione video a 360°. Un’altra esperienza, questa volta da spettatore nei panni di Aldrin, mentre a manovrare c’è Armstrong. Tutti e due i prodotti saranno offerti a possibili acquirenti come strumenti di divulgazione scientifica. “La versione 360° è più flessibile, la proponiamo commercialmente a musei e planetari, dopo averla presentata all’Expo Dubai assieme all’Inaf. La versione pilotabile si configura meglio per installazioni più estese come musei e mostre temporanee, c’è la necessità di workstation e visori collegati a dei computer”. Così Valdes sulle proposte di commercializzazione.
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