Deve il suo nome a due astronomi, uno cileno l’altra statunitense. Grazie al telescopio spaziale Hubble, lanciato in orbita terrestre bassa nel 1990 ed è attualmente operativo, si è riusciti a saperne di più sulla cometa più grande di sempre, diretta verso il nostro Sistema Solare.
Hubble ha permesso un’osservazione ad alta risoluzione della C/2014 UN 271: il segnale del nucleo è stato isolato con successo mediante una tecnica di estrazione del nucleo, con un’apparente La magnitudine della banda V misurata è 21,65 ± 0,11, corrispondente a una magnitudine assoluta di 8,63 ± 0,11, come rivela uno studio pubblicato dalla rivista specializzata The Astrophysical Journal Letters.
Il prodotto dell’albedo geometrico visivo per il raggio effettivo al quadrato è ${p}{V}{R}{{\rm{n}}}^{2}=157\pm 16$km 2. Se l’osservazione ALMA di Lellouch et al si riferisce a un nucleo spoglio, è stato ricavato un albedo geometrico visivo di 0,033 ± 0,009.
“Se la contaminazione da polvere del segnale ALMA è presente al livello massimo consentito (24%) – si legge sulla rivista – abbiamo riscontrato un albedo di 0,044 ± 0,012 per il nucleo avente un diametro effettivo di 119 ± 15 km”.
Dallo studio viene confermata che la cometa Bernardinelli-Bernstein è la di lungo periodo mai rilevata. A giudicare dal profilo di luminosità superficiale misurato della chioma, il cui gradiente logaritmico varia azimutalmente tra ∼1,0 e 1,7 come conseguenza della pressione della radiazione solare, la produzione di massa è coerente con la produzione in regime stazionario ma non con l’espulsione impulsiva, come sarebbe prodotta da uno sfogo.
Utilizzando la fotometria dell’apertura, il team di astronomi ha stimato un tasso di perdita di massa enorme (sebbene incerto) di ~ 103 kg s −1 a una distanza eliocentrica di ∼20 au.
La cometa denominata C/2014 UN 271, più comunemente Bernardinelli–Bernstein in onore proprio dei due astronomi, ha un diametro di 120 chilometri e proviene dalla fascia esterna del Sistema solare e nel punto più vicino sarà a 1,8 miliardi di km dalla Terra. “Questa cometa è solo la punta dell’iceberg delle migliaia di oggetti simili che orbitano ai margini del Sistema solare e che sono troppo lontani per poter essere visti” puntualizza David Jewitt, professore di Scienze planetaria e astronomia all’Università della California a Los Angeles (UCLA).
Il suo periodo orbitale è di circa 600.000 anni, con un afelio situato nella nube di Oort a circa 14300 au dal Sole.
La cometa, che viaggia a una velocità 35 mila chilometri all’ora, arriverà al perielio a gennaio del 2031, quando sarà a una distanza dal Sole di sole 10,95 au, ossia appena fuori dall’orbita di Saturno. A agosto 2033 si prevede che attraverserà il piano eclittico, a circa 12 au dal sole.
Gli astronomi ritengono che la cometa Bernardinelli-Bernstein ha iniziato il suo viaggio almeno un milione di anni fa, aumentando nel corso del tempo la sua velocità grazie all’influsso gravitazionale del sole.
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