Google, smartphone Pixel si ripareranno in casa? Così sembra, dopo l’accordo con iFixit. Iniziative analoghe anche per Samsung e Apple?
A quanti di noi è capitato di fare un movimento sbagliato, urtare lo smartphone, e vederlo (quasi a rallentatore) cadere e frantumarsi sul pavimento? Ebbene, in quanti siamo andati a farcelo riparare e a lasciare giù un rene? Ora, anche Google, dopo Samsung, si affida a iFixit per permettere ai clienti di aggiustare in casa i loro smartphone Pixel tramite una guida costante durante la delicata operazione.
Qualche giorno fa, il portale di tecnici che periodicamente ‘smonta’ e ‘rimonta’ gadget hi-tech , aveva pre-annunciato l’avvio della collaborazione con Samsung, per fornire entro l’estate manuali e parti di ricambio per i Galaxy S20, S21 e Galaxy Tab S7+, soprattutto adesso che le materie prime tendono a scarseggiare, per una cosa o per l’altra (prima il Covid-19 e ora il conflitto Ucraina-Russia che sta bloccando diverse produzioni).
Google attiverà entro l’anno il programma di riparazione fai-da-te che copre i Pixel 2 e tutti i modelli successivi, fino agli attuali Pixel 6 e 6 Pro. Insomma, un po’ come i mobili IKEA che vi dovete montare voi a casa, con estrema pazienza. Entrambe le iniziative interessano i mercati in cui i relativi prodotti sono in vendita, Italia inclusa e che quindi ci vedrà protagonisti di questa novità.
Il colosso americano ha specificato che chiunque non si senta in grado di riparare lo smartphone da sé, può affidarsi ad una rete di negozi che sono stati certificati direttamente da Google, non è certo una costrizione! Lo si fa per una comodità maggiore senza doversi imbarcare nel traffico e portare lo smartphone a far riparare, magari lontano da casa.
Al momento, sono attive catene negli Stati Uniti e in Canada, con il marchio uBreakiFix, letteralmente “Tu rompi Io aggiusto” anche se partnership simili arriveranno presto in Europa, a partire da Germania e Regno Unito. Il cambio di rotta di Samsung e Google arriva mentre il governo degli Stati Uniti si appresta a valutare una nuova norma in materia di “diritto alla riparazione”, il Freedom to Repair Act, ovvero la libertà di riparare il proprio smartphone, che farebbe cadere la violazione del copyright che ad oggi interessa i dispositivi riparati al di fuori dei canali ufficiali. Google afferma che “l’iniziativa è fondamentale per prolungare la vita e l’utilità del telefono”. Anche Apple però ha intrapreso una strada piuttosto simile, con il servizio Self Service Repair, che copre iPhone 12 e 13, lanciato a fine 2021. Insomma, tirate fuori scalpello e guantini.
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