In un futuro non troppo lontano, il battito cardiaco potrebbe sostituire le impronte digitali nell’identificazione biometrica di una persona
Si sa che, ormai, la tecnologia si evolve a ritmi impressionanti e in davvero pochissimo tempo, e ce ne possiamo rendere conto anche nel nostro piccolo (non per forza andando a scomodare Starlink o Amazon), senza andare necessariamente troppo lontano nel tempo o nel futuro. Quelli tra voi nati negli anni 80 poi, hanno ben presente quante cose siano cambiate fino ad oggi in abito tecnologico, e non solo. Ma noi oggi ci occuperemo solo della parte tech. Ci sono sempre notizie di nuovi progetti in campo, sperimentazioni e studi per migliorare la ricerca, tutti accomunati da un singolo scopo: quello di rendere la vita delle persone più semplice e più serena;Ecco perché vi illustriamo il piano che vedrete presto realizzato: in futuro si penserà di utilizzare l’ECG come strumento di identificazione biometrica.
Secondo uno studio dei ricercatori spagnoli e iraniani che vi hanno lavorato contemporaneamente, rispettivamente dell’Universitad Carlos III de Madrid e della Shahid Rajae Teacher Training University, il battito cardiaco sembrerebbe essere molto simile alle impronte digitali dal punto di vista dell’identificazione di una persona. Nonostante il rilevamento biometrico delle impronte digitali sia ormai diffuso in diversi ambiti e a disposizione quasi di tutti (vedi lo smartphone che usa l’impronta per essere sbloccato), potrebbe però non essere applicabile in determinati contesti; ad esempio su individui afflitti da handicap fisici particolari, o ancora in contesti di polizia dove diversi criminali provvedono alla bruciatura delle proprie impronte digitali al solo scopo di non essere identificabili.
Il rilevamento del battito cardiaco avviene tramite ECG (elettrocardiogramma) che è in grado di registrare gli impulsi elettrici prodotti dalle pulsazioni; questi impulsi vengono successivamente processati da un software di auto apprendimento con un algoritmo in grado di analizzare il battito per dinamismo, ritmo, timbro, altezza e tono dei battiti. Ciò consente di raccogliere una serie di parametri univoci per ogni singola persona, consentendone l’autentica identificazione con una precisione pari al 96,6%.
I ricercatori spagnoli precisano che:
“La principale novità del nostro lavoro è che osserviamo la registrazione dell’ECG, che è un segnale temporale, come se fosse un’onda sonora. Lo analizziamo utilizzando metodi comunemente usati per caratterizzare la musica.La frequenza cardiaca è un segnale biologico presente in tutte le persone senza eccezioni. Il vantaggio decisivo è l’operazione poco costosa e non invasiva. Oggigiorno ci sono smartwatch che registrano l’ECG, quindi è sufficiente installare un’app che utilizza il nostro algoritmo di identificazione.”
Il progetto è ancora nella sua fase iniziale quindi non ancora messo su piano e non prevede, al momento, alcun tipo di commercializzazione come il Face ID o simili; uno degli ostacoli forse più grandi che i ricercatori stanno tentando di superare è il fatto che il battito cardiaco varia a seconda delle circostanze e alla salute dell’individuo: se il soggetto è seduto, cammina, corre, è affaticato o sotto stress o se semplicemente soffre d’ansia, il battito cambia, bisogna quindi prendere attentamente in considerazione tutti questi fattori in modo da raggiungere e superare il 99% di attendibilità.
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