Spot, il cane robot della Boston Dynamics ora fa la guardia alle rovine di Pompei

Il nuovo campo di applicazione del prodotto della società statunitense ci aiuterà a garantire la tutela del sito archeologico

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Una nuova modalità di gestione e controllo si è affiancata a quella abituale, con l’arrivo della robotica e dei droni a pattugliare la città distrutta di Pompei – Meteoweek.com

Il nuovo progetto che vede la partnership tra la Procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso, l’ente che cura la tutela del sito di Pompei e la Boston Dynamics sta facendo registrare affascinanti risultati. A raccontarci le specifiche di questa attività disciplinata da un un protocollo d’intesa, è il direttore generale Gabriel Zuchtriegel. Oggi infatti si tende a integrare con maggiore fiducia e dimestichezza i prodotti che le aziende di altra tecnologia mettono a disposizione. E’ dunque così possibile misurare le capacità di questi particolari robot facendoli addentrare nei cunicoli sotterranei degli scavatori clandestini. Questi vengono di volta in volta scoperti nell’ambito delle attività di contrasto alle azioni illecite che minano l’integrità di questo museo a cielo aperto.

SPOT, questo il nome che la Boston Dynamic ha dato al suo prodotto, non è certo misconosciuto ai più. La sua applicazione nei campi più disparati lo ha portato molto lontano dai prototipi iniziali. Ed oggi lo vediamo fondamentalmente impiegato nei macro-ambiti industriali, ma non solo.

Come il cane SPOT si integra nel processo di gestione di Pompei e garantisce la sicurezza del sito anche nei luoghi più difficili da raggiungere

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Spot è dotato di un assortimento che gli consente di inviare costantemente informazioni al sistema digitale SCOUT. Questo rappresenta il database con il quale il robot si interfaccia e gli consente di registrare le missioni e riprodurle in qualsiasi momento piuttosto che programmarle con una cadenza regolare – Meteoweek.com

Il suo passaggio a strumento di supporto per Pompei stabilisce quindi un nuovo settore di utilizzo. La prima istanza alla quale risponde il cane robot è senza dubbio quella della sicurezza. Il suo inserimento permette infatti di ridurre il rischio delle attività ispettive a carico dello staff umano, che specialmente in anfratti difficilmente accessibili o compromessi dai tombaroli si esporrebbero ad un pericolo che potenzialmente potrebbe esporli a frane o crolli. Spot inoltre sarà in grado di mappare l’ambiente che lo circonda, sia esso all’interno o al chiuso. Dotato di una serie di accurati sensori può percepire ed evitare gli ostacoli. Le sue zampe robotiche flessibili gli consento poi di salire le scale e anche aprire le porte

Il dispositivo dunque si affianca all’impiego dello scanner laser Leica BLK2FLY,un drone che restituisce ricostruzioni 3D delle immagini catturate dall’alto. La strana coppia poi alimenta un progetto ben più ampio, ovvero il Pompei Smart@POMPEI. Si tratta di una restituzione digitalizzata che consente una fruizione più smart e sostenibile del parco, che diventa quindi parte integrate della ricostruzione Smart Archaeological Park.

Tali strumenti consentono anche ai visitatori di remoto di scoprire, seppure a distanza, tutti i segreti che questo sito misterioso racchiude. Potendo accedere anche a settori del parco che normalmente, per ragioni legate alla sicurezza in prima battuta e alla fragilità in seconda, rimangono preclusi.

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