L’uso dei social media è veramente eccessivo soprattutto tra i giovani utenti, e ha un impatto sulla salute mentale che varia a seconda delle fasce d’età. Uno studio preliminare prova a spiegarne i contorni del fenomeno
L’uso dei social media può avere conseguenze sulla salute mentale dei giovani, conseguenze gravi sia a livello fisico che a livello comportamentale, ma uno studio recente sembra evidenziare che questo impatto può essere positivo o negativo a seconda di precise fasce d’età: ovvero, ha un impatto diverso per ognuna.
Amy Orben, la psicologa che dirige il programma Digital Mental Health presso l’Unviersità di Cambridge e autrice dello studio, commenta: “L’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti cognitivi, biologici e sociali. Questi cambiamenti si interfacciano con i social media in modi molto interessanti. Probabilmente esiste una grande variabilità nei modi in cui diversi individui usano i social media e il modo in cui la loro vita influenza il loro utilizzo”.
Lo studio, che potete trovare cliccando qui, ha cercato di fare luce su quali siano i momenti in cui è più probabile che i giovani vengano condizionati in maniera negativa, a tal punto da creare disagi, dai social media. Si tratta di un’indagine piuttosto particolare perché, come spiega Orben, “la previsione della salute mentale avrà sempre un impatto molto piccolo, poiché si tratta di un aspetto complesso. Ogni comportamento sarà solo una fetta molto molto piccola di quella torta”.
Il gruppo di ricercatori coordinati da Orben ha proposto ad alcuni utenti un sondaggio, stiamo parlando di 72 mila persone di età compresa tra i 10 e gli 80 anni e residenti nel Regno Unito. Queste persone sono state intervistate per ben sette volte in un arco temporale dal 2011 al 2018. Il tutto basato sugli stili di vita, sul tempo trascorso e all’importanza di postare sui social. Da questo sondaggio è emerso che:
Sono stati analizzati anche i risultati di un altro sondaggio, questa volta indirizzato ad oltre 17 mila ragazzi tra i 10 e i 21 anni, una fascia d’età diversa, che hanno permesso di identificare un maggior utilizzo dei social media che si collegava ad un minor grado di soddisfazione della vita dopo un anno, e in particolare dai 14 ai 15 anni per i ragazzi e dagli 11 ai 13 anni per le ragazze. Lo stesso tipo di correlazione si è manifestata per entrambi i sessi all’età di 19 anni.
La psicologa ha voluto sottolineato i limiti dello studio, primo fra tutti l’impossibilità di dimostrare che l’uso dei social media possa aver causato cambiamenti nel grado di soddisfazione della vita, non c’è una correlazione sicura al 100%. I sondaggi effettuati si basano inoltre sulle risposte degli intervistati per quanto riguarda il tempo trascorso sui social media, che non è sempre lo stesso.
Il lavoro di Orben potrebbe però essere una sorta di preparazione ad una ulteriore ricerca che possa aiutare a identificare i gruppi di giovani che potrebbero risentire negativamente dell’impatto dei social media. “Capire chi è stato colpito, in che misura, come e perché aiuta a creare un ambiente migliore per mitigare questi rischi” afferma Orben, spiegando che una più profonda compresione di determinati fenomeni potrebbe innescare anche un dibattito produttivo a livello sanitario e politico. Voi cosa ne pensate? Quanto possono essere dannosi i social media?
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