La tecnologia sta facendo passi da gigante per quanto riguarda le scoperte in ambito medico e tecnologico. Ora si sta parlando di una intelligenza artificiale in grado di diagnosticare un infarto in pochissimi secondi.
Uno strumento che può intercettare preventivamente il rischio d’infarto in pochi secondi, circa mezz’ora in meno rispetto a quanto non sia necessario oggi con le tecnologie a cui siamo stati abituati. Dalle sue prime apparizioni sulle cronache di tutto io mondo, delle parole intelligenza artificiale e deep learning si è spesso abusato finendo per privarle di significato, almeno agli occhi di gran parte di coloro che osservano le evoluzioni della tecnologia e pensano “si okay, crediamoci”.
Ma nel caso del progetto di cui vi stiamo parlando, portato avanti dai ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center, che si è guadagnato addirittura la pubblicazione nella prestigiosa rivista scientifica The Lancet, intelligenza artificiale e deep learning vanno a braccetto e alla stessa velocità e lo fanno con benefici evidenti per il progresso scientifico, che aspettava questo momento per metterle in mostra .Lo strumento in sè consente di quantificare in maniera abbastanza precisa, ancora la percentuale non si sa, i depositi di materiale lipidico, di grasso se vogliamo dirlo volgarmente, che negli anni si accumula sulle pareti delle arterie, e che danno poi luogo alle placche aterosclerotiche responsabili degli infarti (that’s how)
DA MEZZORA A CINQUE SECONDI: MERITO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
“Le placche coronariche spesso non vengono misurate perché non esiste un modo completamente automatizzato per farlo – ha affermato il principale autore dello studio, Damini Dey del Biomedical Imaging Research Institute di Cedars-Sinai. – Le volte in cui invece si procede con la misurazione, un esperto impiega dai 25 ai 30 minuti (per valutarle, ndr); adesso possiamo utilizzare questo sistema per quantificare le placche partendo dalle immagini CCTA in cinque o sei secondi.”
Il risparmio, di fatto, non è sulla pratica ma è sulla valutazione, che verrebbe presa in carico totale dall’intelligenza artificiale. L’arrivo a un sistema convincente e credibile è frutto di una lunga fase di addestramento, di deep learning, sull’algoritmo.
L’ALGORITMO CONSENTE DI FARE UN PASSO IN PIÙ
Il passo successivo allo studio è stato quello di appurare la capacità dello strumento di prevedere gli infarti.
“Il nostro studio rappresenta la prima convalida per un approccio tramite deep learning per la quantificazione aterosclerotica da CCTA […]. È la prima dimostrazione del valore predittivo delle misurazioni della placca basate sul deep learning per misurare il rischio di eventi cardiaci – si legge nella pubblicazione.”
Tuttavia non ci sono ancora le condizioni per parlare di svolta epocale che ci salverà dal colpo di cuore. È vero che l’algoritmo sembra essere già abbastanza preciso, ma sarà preciso al 100%? Non si può rischiare. Inoltre il presupposto alla base è l’esecuzione di una CCTA, l’angiografia coronarica con tomografia computerizzata, un esame non particolarmente accessibile o economico.
“Sono necessari ulteriori studi, ma è possibile che in futuro potremmo essere in grado di capire se e dopo quanto tempo una persona può avere un infarto sulla base della quantità e della composizione della placca evidenziata da una CCTA – ha affermato Damini Dey.”