La guerra di Putin in Ucraina avrà fatto saltare la missione dell’ESA, insieme anche alla Russia, su Marte. Ma non è riuscita ancora ad impedire lo sviluppo di un’altra idea, da trasformare in fatto concreto, da parte dell’agenzia spaziale europea.
Le grotte lunari non sono solo una testimonianza geologica incontaminata della storia dell’unico satellite naturale della Terra, ma potrebbero anche fornire una casa sicura per i futuri esploratori umani.
Basandosi sulla chiamata OSIP di ESA Discovery e sulla sfida SysNova, l’ESA ha riunito uno spettro di oltre 60 esperti in molte aree diverse della scienza e dell’ingegneria per progettare una missione per entrare in una fossa sulla superficie della Luna ed esplorare l’ingresso di una grotta.
La Luna è costellata di pozzi che secondo gli scienziati potrebbero portare a enormi tunnel sotterranei. Ma una missione spaziale non è mai stata inviata per esplorare cosa potrebbe nascondersi all’interno.
“Una vista all’interno di una grotta lunare sarebbe una vera esplorazione: rivelerebbe informazioni scientifiche inaspettate“. Parola di Francesco Sauro, scienziato delle caverne ed esperto di tubi di lava planetari, nonché direttore del corso tecnico di ESA CAVES e PANGEA.
L’ESA ha dato il via a tale missione nel 2019, quando l’elemento Discovery delle attività di base dell’ESA ha lanciato un invito pubblico per l’Open Space Innovation Platform (OSIP) per idee per rilevare, mappare ed esplorare le grotte lunari.
Sono state scelte cinque idee da studiare più in dettaglio attraverso una sfida ESA Discovery SysNova, ognuna delle quali affronta una fase diversa di una potenziale missione. Più di recente, i due studi SysNova vincitori (RoboCrane e Daedalus) sono stati uniti e ampliati in un piano di missione, attraverso il Concurrent Design Facility (CDF) dell’Agenzia Spaziale Europea.
La missione utilizzerà una gru robotica (RoboCrane) per abbassare un esploratore di caverne (Daedalus) in una fossa lunare. Durante la discesa, Daedalus avrebbe esplorato e documentato l’ingresso della grotta, prima di mappare la parte più vicina della grotta, in fondo.
“La campagna OSIP e la sfida SysNova hanno aperto la strada all’analisi della missione CDF“. Così Loredana Bessone, che pone l’accento su una missione molto importante. “Queste campagne ci hanno permesso di identificare l’interesse per le missioni nelle grotte lunari da parte dell’industria e degli istituti di ricerca europei e canadesi, oltre a rivelare la loro esperienza – rimarca la responsabile del progetto CAVES e PANGEA e responsabile tecnico degli studi – consente all’industria e al mondo accademico di affrontare le sfide di tali missioni e di imparare dagli scienziati delle caverne lunari sui vincoli, le opportunità e i potenziali scenari di missione”.
La missione sulle grotte lunari, pianificata entro il 2033, ha riunito esperti di diverse aree della scienza e dell’ingegneria, inclusi specialisti dei team RoboCrane e Daedalus, nonché esperti dell’ESA. Lo studio fin qui prodotto sta fornendo una visione completa sulla prossima esplorazione delle grotte lunari.
Finora tutte le analisi portano a una conclusione: la missione è fattibile, s’ha da fare.
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