A lanciare l’allarme sulla nuova frode è l’occhio attento della rete che segnala e anticipa le azioni dei cybercriminali
Questa non è la solita truffa. O meglio, sicuramente lo è, ma solo nella modalità. Perchè ricalca pedissequamente le meccaniche praticate con una regolarità quasi banale utilizzata dai malintenzionati della rete.
Tuttavia l’ultima trovata che è stata segnalata dal popolo del web direttamente sulla piattaforma di Bufale.net è una di quelle che colpiscono con più forza proprio perché toccano delle tematiche calde del dibattito quotidiano. Ed in questo caso a finire al catturati tramite una ghiotta esca, che serve a carpire gli ignari utenti, è proprio la prospettiva di un facile risparmio sullla benzina.
La frode, che corre sulla piattaforma di messaggistica di Meta, riguarda infatti una certa chat che riporta un testo apparentemente allettante. Questo infatti promette alla vittima di ricevere un buono carburante da ritirare nelle stazioni Eni. Ma di che si tratta? Ovviamente siamo di fronte all’ennesimo tentativo di pushing.
Come il finto messaggio, che promette un buono carburante da 100€, potrebbe mettere seriamente a rischio i nostri dati
Nel testo di questo messaggio particolare si informano gli utenti che Eni, il noto brand internazionale, starebbe distribuendo 10.000 buoni da spendere in 100€ di benzina. E come in tutti i casi di questo tipo, ecco che spunta l’invito che ci indica di cliccare su un link di dubbia destinazione.
Ad avvalorare questa promo vengono riportate delle sedicenti motivazioni che indicano come l’azienda stia distribuendo questo coupon come forma di protesta ai rincari e alla guerra in corso in Polonia.
In questo caso, l’utente più digitalizzato, cancellerebbe il messaggio a piè pari. Utilizzando un potente antivirus, ovvero il buonsenso. D’altronde, chi sarebbe quell’ente generoso che darebbe qualora in cambio di niente?
Ma laddove sorgesse il legittimo dubbio che un fondo di verità ci sia, prima di procedere e dare seguito alla richiesta, sarebbe doveroso drizzare le antenne, e fare un rapido controllo sul sito di Eni. Ed è proprio qui che il castello di carte crolla. Infatti sulle pagine dello stesso non troverete nessun tipo di riferimento a questa iniziativa, e per il semplice fatto che si tratta di una truffa e null’altro.
Dunque anche in questo caso, come in quello che lo precedono, l’unica soluzione possibile è ignorare, andare oltre, e nelle più rosee prospettive, segnalare, magari ad enti di controllo come la Polizia Postale. In nessun caso procedere, pena la possibilità di mettere i nostri dati in mano a terzi sconosciuti.