L’invasione di Putin in Ucraina sta contribuendo a rimescolare le carte in tavole. Le reazioni sono state enormi. Ma se le parole (di condanna) alla fine se le porta via il vento e contano il giusto, le sanzioni potrebbero rivelarsi un’arma a doppio taglio, perché rischiano di inasprire solo gli animi, con tutto ciò che ne consegue.
Colpita principalmente dagli Stati Uniti, con tutti i giganti californiani che hanno chiuso, o stanno chiudendo, i ponti con Mosca, Putin potrebbe fare spallucce e puntare sull’autoproduzione. Oppure reagire.
Ecco, questa seconda ipotesi si fa largo nel campo spaziale. La Russia starebbe minacciando la cooperazione spaziale: l’avviso è che la stazione spaziale ISS potrebbe schiantarsi sulla Terra! Il capo dello spazio di Mosca, infatti, ha condiviso un mock-up che mostra due cosmonauti che staccano la sezione russa della ISS e salutano un astronauta statunitense.
La NASA in soccorso dell’ISS: una Stazione Spaziale Internazionale senza la Russia
L’alleato di Vladimir Putin, Dmitry Rogozin, capo di Roscosmos, ha affermato che il proseguimento delle sanzioni potrebbe interrompere il funzionamento dell’elemento russo della ISS, che aiuta a correggere la sua orbita. Se le operazioni russe dovessero essere interessate, la stazione spaziale da 500 tonnellate potrebbe “cadere in mare o sulla terraferma”, sostiene Rogozin in un post apparso su Telegram.
“Le popolazioni di altri paesi – si legge – in particolare quelle guidate dai cani da guerra, dovrebbero pensare al prezzo delle sanzioni contro Roscosmos. Il prezzo della cooperazione spaziale internazionale è stato maniacalmente distrutto dall’Occidente. Una decisione pazza”.
Rogozin, dunque, rincara la dose, condividendo una mappa di dove la ISS potrebbe schiantarsi sulla Terra, sostenendo che è improbabile che si schianterà, naturalmente, in Russia e potrà colpire gli Stati Uniti. “Incorporerebbe anche la maggior parte dell’Europa e tutto l’emisfero meridionale” precisa il The Telegraph.
Roscosmos ha anche condiviso un mock-up che mostra i due cosmonauti sulla ISS che salutano l’astronauta statunitense Mark Vande Hei e staccano l’intera sezione russa della struttura. L’americano dovrebbe tornare a casa su una navicella spaziale russa Soyuz il 30 marzo insieme ai cosmonauti russi. I funzionari della Nasa si aspettano ancora che sia a bordo del viaggio di ritorno nonostante l’interruzione delle relazioni Washington-Mosca.
Il problema è che a NASA si è già impegnata a mantenere la stazione spaziale internazionale, in orbita, almeno fino al 2030. Già poco prima dello scoppio della guerra è emerso che sta esplorando modi per mantenere la ISS nel suo corso intorno alla Terra, anche senza l’assistenza della Russia.