La presunta ladra è stata individuata dalle forze dell’ordine dopo un lungo periodo di attività scandito a colpi di devices sottratti ai legittimi proprietari
A risultare come un elemento distonico in tutta questa vicenda ci sarebbe la continuità con la quale si sarebbero condotti i crimini. La vicenda si è consumata nell’ultimo anno a Palermo. In un’area ben identificata di competenza delle forze dell’ordine che assicurano i cittadini dei quartieri Oreto-stazione, Zisa-Borgo Nuovo e Libertà.
A segnalare quanto stava succedendo sono stati i commercianti della zona, e molti privati cittadini, che hanno subito le attività di questa ladra specializzata. Il target piccoli devices e smartphone. E la meccanica? Sempre la stessa. Talmente collaudata che il soggetto era stato identificato anche attraverso le telecamere di videosorveglianza dei punti vendita. Sono soprattutto queste che hanno permesso di delineare l’aspetto della criminale, i cui tratti fisici, il colore particolare dei capelli ed un tatuaggio sulla mano, la rendono facilmente distinguibile.
A fare fronte comune sono stati quindi gli esercenti, identificati come le vittime ideali. Per la ladra era facile entrare in un negozio, allungare abilmente la mano sul bancone, e sottrarre il devices, fosse esso di proprietà dell’ignaro commesso o un bene aziendale. La stessa meccanica avveniva nelle zone del back, dove gli impiegati sono soliti lasciare le loro borse.
La criminale non si sarebbe appropriata solo di smartphone, ma anche di carte di credito. Secondo le denunce sarebbe stata in grado di sottrarre dal conto delle vittime, tramite piccoli pagamenti al di sotto dei 25€ che quindi non richiedevano il pin, una somma pari a circa 200€.
La sua attività le sarebbe costata 30 denunce, che tuttavia non erano ancora state associate in un unico fascicolo. E’ stato l’intervento della Procura a cambiare il passo dell’indagine. Questa infatti ha emesso un provvedimento d’urgenza, dopo che i commissariati di zona hanno organizzato per lei un apposito servizio finalizzato a rintracciarla e quindi bloccarla. Ora la presunta ladra è agli arresti domiciliari, in attesa dell’interrogatorio di garanzia, che verrà seguito dalla conferma del giudice per le indagini preliminari.
Ma la sfiducia circa la capacità di mettere fine, in sede legale con conseguenze penali, ai furti sembra ancora molto forte. E oltre al timore che l’intervento del giudice non sia risolutivo, si è vaporizzata anche la possibilità di rintracciare il bottino.
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