La carenza di materie prime per i chip sta risentendo del conflitto tra Russia e Ucraina

I chip continuano a mancare in tutto il mondo, segno del fatto che la situazione non sia minimamente migliorata. Oltretutto, pare anche la guerra tra la Russia e l’Ucraina sembra che non abbia fatto altro che peggiorare la situazione drastica dei processori. E adesso, che cosa succederà?

La carenza di materie prime per i chip sta risentendo del conflitto tra Russia e Ucraina
La carenza di queste materie prime è un problema da non poco, anche perché si tratta di un tipo di prodotto molto essenziale – MeteoWeek.com

Inizialmente, i problemi di logistica pareva che fossero correlati soltanto alla pandemia da Covid-19. Il virus aveva messo in serie difficoltà tutti i maggiori settori di produzione di semiconduttori, di conseguenza possiamo soltanto immaginare quanto sia stato complicato per loro tentare di progettare altri chip da mettere in vendita per la costruzione di nuovi dispositivi.

Ma la situazione non solo sembra che non sia migliorata, addirittura è peggiorata: la guerra – che ha coinvolto tutta l’Unione Europea – ha causato alcuni problemi non indifferenti per quanto riguarda la fornitura di gas rari, i quali sono la chiave necessatia per la realizzazione dei semiconduttori. Fra questi troviamo i neon, che l’Ucraina fornisce in grandi quantità; senza di essi non è possibile produrre i chip. Ma quanto sono effettivamente importanti?

Le ragioni dell’incremento dei costi dei gas

La carenza di materie prime per i chip sta risentendo del conflitto tra Russia e Ucraina
Non solo è già difficile di per se affrontare la situazione, ma anche la guerra tra Russia e Ucraina non fa altro che alimentare questi problemi – MeteoWeek.com

Tenete a mente che le miscele di gas che comprendono il neon vengono usate per il funzionamento delle sorgenti laser per la litografia, un processo essenziale e che incide le maschere affinché i semiconduttori possano essere realizzati con successo. Per raggiungere questo obiettivo è necessario utilizzare un gas raffinato fino ad una purezza del 99,99%; per ottenerlo bisogna portare a termine una guida così tanto complessa che solamente poche aziende in tutto il mondo sono in grado di fare, alcune delle quali situate proprio nell’area portuale di Odessa, una città dell’Ucraina.

In passato era stato già affrontato un problema del genere con l’invasione della Crimea nel 2014, periodo in cui i prezzi del neon erano schizzati del 600%. Ora come ora, i produttori sono costretti a far uso delle riserve, ma è inevitabile avvertire la pressione di dover contattare altri fornitori al più presto. Questa vicenda non fa altro che danneggiare il settore, tant’è che si sta venendo a creare una impennata dei prezzi per quanto riguarda i gas industriali, come lo xenon e il krypton per esempio.

Di quest’ultimo, l’Ucraina, è fornitore del 40% circa al mondo: il prezzo del krypton è passato da 1,73 dollari al litro a oltre 8,5 dollari alla fine di gennaio, e questo quando ancora i problemi erano legati soltanto al Covid-19. Adesso, l’invasione russa sta peggiorando la situazione mettendo i produttori nella condizione di dover rifiutare nuovi ordinativi da parte dei clienti miglioro. Se non si arriverà ad un buon punto di incontro al più presto, probabilmente il paese dovrà cancellare tutti i suoi consumatori ed inventare altri modi per sostenere il settore in Ucraina.

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