Anonymous non si ferma e diffonde i presunti piani di invasione dell’Ucraina di Putin: «L’attacco approvato il 18 gennaio». I documenti, che sono stati sottratti all’esercito russo di sana pianta, potrebbero essere la prova che l’invasione era già stata approvata il 18 gennaio e che Putin ha solo aspettato il momento più propizio, post pandemia, per fare scalpore. I dettagli sono stati diffusi dal gruppo di hacker-attivisti
Un conflitto premeditato, un’invasione ben studiata nei dettagli più minimi, piani di guerra pronti da giorni, l’attesa del momento che avrebbe fatto più rumore. Sarebbe questa la rivelazione del collettivo di hacker Anonymous, che da giorni si è schierato dalla parte degli ucraini che combattono il conflitto contro la Russia e la sete di potere del presidente Vladimir Putin, che ormai non sembra avere più tante possibilità di tornare indietro senza perdere la faccia.
Un’affermazione però ancora da verificare, di fronte a quelli che, secondo quanto diffuso attraverso i canali di Twitter, il social preferito da Anonymous per parlare, dell’organizzazione che opera sul web, sarebbero dei documenti ufficiali sottratti alle forze armate russe che da giorni hanno invaso il territorio ucraino e bombardato grandi e piccole città del Paese, indipendentemente dalla presenza di civili, come invece Putin aveva detto all’inizio. Stando a quanto letto sui documenti, l’attacco sarebbe stato approvato già dal 18 gennaio e il piano iniziale prevedeva un lasso temporale per l’iniziativa militare che sarebbe durata al massimo un paio di settimane dal 20 febbraio al 6 marzo, anche se poi di fatto l’invasione è iniziata il 24 febbraio, quindi le date non sarebbero più queste.
Anonymous ha condiviso di ogni, tra mappe e dossier strategici, con tanto di foto dettagliate e schemi, che fino ad ora sembrerebbero seguire quella strategia. Si intravede solo qualche scritta in cirillico però, come il titolo «Flotta del Mar Nero», sulla prima pagina, che da indizi sulle prossime attività militari, di cui avremmo tutti fatto a meno. L’analista di sicurezza Michael Horowitz è convinto che i documenti siano stati recuperati dal ministero della Difesa di Kiev e quindi, secondo lui, autentici al 100%. Ma anche qui, dove sta la verità?
La rivelazione del gruppo di hacker (più attivisti) fa parte delle tante iniziative prese dal gruppo per combattere il presidente russo, anche per Anonymous colpevole di aver violato la sovranità di un altro stato e i diritti umani, e quindi finito nella lista nera.
«I tuoi segreti potrebbero non essere più al sicuro e molte infrastrutture del tuo governo potrebbero essere compromesse», così Anonymous rivolgendosi a Putin, diede il via alla sua personalissima guerra informatica. Non è la prima volta che il gruppo anonimo si impegna in prima linea per abbracciare una causa che coinvolge il mondo. Dal 2008 a oggi è sempre rimasta un’entità non definita, nessuno sa quanti siano, le facce, i nominativi. Possiede un unico canale di comunicazione ufficiale.
Tra gli attacchi portati a segno durante il conflitto attuale tra Ucraina-Russia, non sarebbe stato invece risparmiato neanche lo yacht del presidente russo. Di Graceful, questo il nome della barca, sono stati per esempio modificati i dati di navigazione e il nome, ora ribattezzato “FCKPTN”, di cui non stiamo a spiegarvi l’ovvietà. Così come appare nel portale Vesseltracker, sito web dove sono tracciate tutte le imbarcazioni del mondo. Insomma, non si scherza con Anonymous e Putin lo sa bene.
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