Si avvicina l’8 marzo. Quest’anno non ci sarà solo da omaggiare tutte le donne, ma si si toccherà con mano gli effetti della rivoluzione del Digitale Terrestre, giunta in una fase decisiva prima del passaggio definitivo (previsto per fine anno, inizi 2023) all’ormai famigerato DVB-T2.
RAI e Mediaset, in generale la maggior parte dei canali passeranno all’MPEG-4, un nuova codifica. Per il momento alcuni canali resteranno provvisoriamente anche con la vecchia modifica, ma a tempo determinato. Così da permettere a tutti gli italiani di acquistare una nuova smart tv o un decoder digitale capace di reggere l’onda d’urto della rivoluzione del digitale terrestre.
C’è chi ha comprato già un televisore o un decoder a partire dal 2018, e quindi non avrà nessun problema, al massimo dovrà soltanto effettuare una sintonizzazione. C’è chi è ancora legato a Sky con quella Q magica che ha tutto il necessario per reggere alla rivoluzione del digitale terrestre, in un unico posto. E gli altri?
Piccoli come una chiavetta USB: scompaiono dietro alla televisione
Comprare un nuovo tv è la scelta più facile, soprattutto se si può “cambiare” il vecchio con il bonus statale, doppio nel caso in cui si rientra in una determinata fascia ISEE, al massimo a ventimila. L’alternativa è qualcosa di tanto piccolo, quanto grande.
Si chiamano letteralmente decoder a scomparsa, sono piccoli come una chiavetta USB, grandi perché riescono a scomparire dietro la tv, utilissimi soprattutto per chi ha uno schermo piatto, attaccato al muro. I mini decoder, infatti, si collegano nella parte posteriore della televisione così da integrarsi perfettamente all’apparecchio e passare praticamente inosservati.
Grandi poteri con piccole operazioni. L’installazione dei mini decoder è semplicissima: basta avere una (smart) tv dotata di una porta usb dove inserire il decoder a scomparsa, collegarlo all’alimentatore, et voila il gioco è fatto. Chiaramente interagiscono senza problemi con tablet e smartphone, quindi tutto abbastanza gestibile tramite delle applicazioni specifiche. Non solo. Esistono perfino delle app ad hoc per i decoder a scomparsa, proprio per riuscire ad ottenere la funzione “smart screen”, in grado di visualizzare sul display del telefono oppure del tablet tutti i programmi televisivi che sono stati sintonizzati dal decoder. E le controindicazioni, perché qualsiasi dispositivo ha la forza della tecnologia, e il suo lato oscuro.
I decoder a scomparsa non fanno eccezione, richiedono una fonte di alimentazione, se la tv non ha una presa USB libera è un bel guaio: bisognerà ingegnarsi a usare un caricatore da cellulare connesso alla presa elettrica. Altri problemi potrebbero arrivare dall’affidabilità a lungo termine e alla difficoltà a girare bene quando è molto caldo. Ma il prezzo ci fa tornare a sorridere.
Un decoder a scomparsa si aggira fra i 30 e i 40 euro online, una decina di euro in più rispetto a quelli base, normali. Insomma, un affarone.