Un’impresa statunitense nata a ridosso del nuovo millennio dalla fusione Lockheed Corporation e Martin Marietta. Con sede a Bethesda e da sempre molto attiva nei settori dell’ingegneria aerospaziale e della difesa. E’ questo l’identikit del vincitore di un appalto per la costruzione del Mars Ascent Vehicle.
Il MAV altri non è che un razzo piccolo e leggero che porterà sulla Terra le prime rocce, i sedimenti e i primi campioni da Marte. La NASA ha assegnato il contratto al maggior contraente militare degli Stati Uniti, attivo in ben quattro settori di business: aeronautica, sistemi elettronici, informativi e soluzioni globali, e naturalmente di sistemi spaziali.
Non è la prima volta che la Lockheed Martin si è aggiudica un appalto. Era già accaduto nel 2009, quando ebbe l’incarico di costruire il veicolo spaziale Orione, con il quale la NASA ha intenzione di riportare l’uomo sulla Luna.
Un’assegnazione importante, un ulteriore passo in avanti della NASA verso il primo viaggio robotico (di andata e ritorno) per portare campioni in sicurezza, attraverso il Mars Sample Return Program, sulla Terra.
“Un’iniziativa rivoluzionaria”. La definisce così Bill Nelson. “E’ destinata a ispirare il mondo intero – continua l’amministratore della National Aeronautics and Space Administration – un passo significativo che alla fine aiuterà a inviare i primi astronauti su Marte”. L’ambizioso piano di NASA è di quelli che potrebbero scrivere la storia. “L’investimento americano nel nostro programma Mars Sample Return soddisferà un obiettivo prioritario della scienza planetaria e dimostrerà il nostro impegno per le partnership globali, assicurando che la NASA rimanga un leader nell’esplorazione e nella scoperta“.
Destinato a diventare il primo razzo lanciato da un altro pianeta, il MAV è una parte cruciale di una campagna per recuperare campioni raccolti dal rover Perseverance della NASA e consegnarli sulla Terra, per un’analisi ancora più approfondita. Il Sample Retrieval Lander della NASA, un’altra parte importante della campagna, porterebbe il MAV sulla superficie di Marte, atterrando vicino o nel cratere Jezero, per raccogliere i campioni memorizzati nella cache di Perseverance.
I campioni sarebbero stati restituiti al lander, che fungerebbe da piattaforma di lancio per il MAV. Con il contenitore del campione protetto, il MAV verrebbe quindi avviato. Una volta raggiunta l’orbita di Marte, il container verrebbe catturato da un veicolo spaziale Earth Return Orbiter dell’ESA (Agenzia spaziale europea) equipaggiato con il carico utile del sistema di cattura, contenimento e ritorno della NASA. Il veicolo spaziale porterebbe i campioni sulla Terra in modo sicuro tra l’inizio e la metà degli anni ’30.
“L’impegno per il Mars Ascent Vehicle rappresenta un passo iniziale e concreto per definire i dettagli di questo ambizioso progetto non solo per atterrare su Marte, ma anche per decollare“. Thomas Zurbuchen si sfrega le mani: “Ci stiamo avvicinando alla fine della fase concettuale per questa missione Mars Sample Return e i pezzi si stanno unendo per portare a casa i primi campioni da un altro pianeta – sottolinea l’amministratore associato per la scienza presso la sede centrale della NASA, a Washington – una volta sulla Terra, potranno essere studiati con strumenti all’avanguardia, troppo complessi per essere trasportati nello spazio“.
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