Google Street View aiuta la Polizia ad arrestare un famoso fuggitivo

E’ capitato negli anni che qualche latitante, grazie ai social network, venisse rintracciato, tramite post di Facebook e su Twitter, quando si credevano furbi a tal punto da interagire con qualcuno. Non era mai accaduto invece che a tradire un latitante fosse una foto su Google Maps

Google Street View incastra un mafioso latitante – MeteoWeek.com

Gioacchino Gammino era un latitante mafioso ricercato dal 26 giugno 2002. Nessun passo falso in tutti questi anni, nessuna chiamata alla famiglia e nessuna spesa folle per 20 anni, ha sempre rigato dritto, nell’ombra. Il super latitante della stidda agrigentina, che dovrà scontare la pena dell’ergastolo per omicidio e associazione mafiosa, è stato arrestato dopo tanti anni lo scorso 17 dicembre in Spagna in un modo che ha dell’incredibile, ma che fa capire quanto la tecnologia possa essere utile anche in questo genere di campo. Ma vediamo bene la vicenda.

La cattura dopo quasi vent’anni

Latitante da quasi 20 anni, catturato grazie all’aiuto dell’app Google Maps. Gli uomini della Dia, coordinati dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, che a breve si insedierà a Roma, e dal procuratore aggiunto Paolo Guido, erano sulle sue tracce dell’uomo dal 26 giugno 2002, quando evase in maniera incredibile dal carcere di Rebibbia. Una figa degna di una storia di Alcatraz. Dopo due anni di indagine, Gioacchino Gammino, 61 anni, è stato rintracciato a Galapagar, in Spagna, e arrestato.

La città si trova vicino alla capitale Madrid, dove Gioacchino viveva sotto falso nome e identità. L’uomo era stato arrestato per la prima volta nel lontano 1984, in un procedimento che poi sfocerà in un filone del primo maxi processo a Cosa Nostra a Palermo. All’epoca, come la maggior parte degli imputati in quel processo passato alla storia, era stato indagato dal giudice istruttore Giovanni Falcone. Ma com’è possibile che dopo 20 anni sia stato arrestato? Ebbene, una foto di strada di Google Maps  ritrae un uomo che gli somigliava davanti a un negozio di alimentari di Avenida de los Voluntarios di Galapagar. Questa è stata la chiave per avviare un’indagine più approfondita e arrivare finalmente a metterlo dietro le sbarre.

L’immagine che ha messo Gioacchino dietro le sbarre – MeteoWeek.com

Nella fotogramma di Google Maps si intravede un bottega ortofrutticola, “El huerto de Manu” e davanti all’entrata due uomini che chiacchierano. Tutto semplice, senza chissà quali stratagemmi. Uno dei due ha immediatamente richiamato l’attenzione degli investigatori per la somiglianza impressionante con Gioacchino Gammino. Il chiosco subito dopo l’individuazione del latitante è stato chiuso, seguendo la pista però l’inchiesta si sposta in un ristorante vicino, “La cocina di Manu”, attraverso un contatto telefonico, riporta Repubblica in un articolo di Salvo Palazzolo.

Proprio tra le foto della pagina di Facebook del ristorante, viene rintracciato Gioacchino Gambino, alias lo chef Manuel. Trattenete il fiato. Sebbene il volto sia invecchiato, il 61enne di Campobello di Licata ha ancora una cicatrice sulla parte sinistra del mento, un seno particolare che ha dato la conferma ai dubbi iniziali.

“Il fotogramma ci ha aiutato a confermare l’indagine che stavamo conducendo in modo tradizionale”, ha detto Nicola Altiero, vicedirettore (DIA).

Chi è Gioacchino Gammino

Gammino, membro di un gruppo mafioso chiamato Stidda, era evaso dal carcere di Rebibbia a Roma nel 2002 e nel 2003 era stato condannato all’ergastolo per un omicidio commesso diversi anni fa, come vi dicevamo in apertura. Altiero ha detto che Gammino è attualmente detenuto in Spagna ma che verrà rispedito in Italia entro la fine di febbraio. “Come avete fatto a trovarmi? Da dieci anni non telefonavo nemmeno più alla mia famiglia”, ha detto Gioacchino Gammino quando è stato arrestato, incredulo di vedere la sua fuga finire per na semplice foto di Google. Ora è atteso in Italia per scontare l’ergastolo.