Un qualcosa mai visto prima, assimilabile a una specie di faro spaziale, o forse chissà, è stato scoperto lassù. Quel qualcosa è distante circa quattromila anni luce e sta emettendo dei segnali onde radio lampeggianti. Per circa 30-60 secondi, ogni 18,18 minuti.
Queste le prime notizie su questo presunto faro spaziale, catalogato co un nome che rimanda a un iban, ma iban non è: GLEAM-X J162759.5-523504.3. Pulsa in maniera brillante e rappresenta uno degli oggetti più luminosi nel cielo radiofonico a bassa frequenza, come rivelato da un report pubblicato dalla rivista Nature.
“Si tratta di un tipo di impulso radio finora mai riscontrato”. Neanche Andrea Possenti sa cosa sia di preciso quell’oggetto cosmico che non corrisponde a nessun profilo finora segnalato dagli scienziati. “Una sorgente come quella – continua il noto esponente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) a Cagliari, in una intervista all’ANSA – è qualcosa di molto diverso da qualsiasi altro oggetto”.
Gli oggetti che pulsano regolarmente o meno sono in realtà abbastanza comuni nello spazio. Tutto ciò che cambia inaspettatamente e drammaticamente nella luminosità è noto come transitorio e include qualsiasi cosa, dalle supernove e dai buchi neri che rompono le stelle, fino ai bagliori stellari.
“Questo oggetto appariva e scompariva nel giro di poche ore durante le nostre osservazioni“, ha spiegato l’astrofisica Natasha Hurley-Walker del nodo della Curtin University dell’International Center for Radio Astronomy Research (ICRAR) in Australia. Proprio coloro che hanno fatto questa sensazionale scoperta.
“Qualcosa di inaspettato – rimarca – all’inizio anche un po’ inquietante per un astronomo perché non c’è nulla di noto nel cielo che lo faccia. Ed è davvero abbastanza vicino a noi, praticamente nel nostro cortile galattico“.
Quel faro spaziale potrebbe essere una della stelle “morte”: un tipo di stella di neutroni ultramagnetica chiamata magnetar o, con una probabilità minore, una nana bianca altamente magnetizzata. Se fosse così sarebbe la prima volta di una magnetar con un periodo di pulsazione ultra lungo.
Il GLEAM-X J162759.5-523504.3 è stato individuato nei dati del Murchison Widefield Array nell’Australia occidentale, un radiotelescopio a bassa frequenza costituito da migliaia di antenne a dipolo simili a ragni sparse nel deserto. Nei dati raccolti dal MWA tra gennaio e marzo del 2018, utilizzando una nuova tecnica sviluppata dall’astronomo Tyrone O’Doherty della Curtin University, gli astronomi hanno trovato 71 impulsi provenienti dallo stesso punto del cielo.
Gli scienziati grazie all’analisi del segnale, sono riusciti a rintracciarne almeno la posizione di quell’oggetto più piccolo del sole eppure molto radio-luminoso. Si sa l’emissione è altamente polarizzata, o contorta, quindi è possibile la sua sorgente abbia un campo magnetico straordinariamente forte. Supposizioni. Il resto lo scopriremo solo vivendo.
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