E’ conosciuta da tutti come Tabby’s Star, ma il suo vero nome è KIC 8462852. E’ una stella, lontana dalla Terra 1.470 anni luce, divenuta celebre per le variazioni di luminosità più uniche che rare che la caratterizzano, e che ad oggi non hanno trovato spiegazione scientifica.
La posizione di Tabby’s Star è precisamente nella Costellazione del Cigno, ed è stata osservata per la prima volta intorno al 2015 dall’astronoma americana Tabetha S. Boyaiia (da qui il nome dell’astro): la scienziata ha scoperto che la stella ha un comportamento alquanto insolito in relazione ai cali di luminosità compresi tra il 15 e il 22%.
Delle variazioni non poco interessanti, che non hanno ancora trovato una spiegazione definitiva, ma oggetto di una serie di ipotesi che vanno dal plausibile al fantascientifico. Una cosa è certa: è una stella talmente luminosa che un pianeta grande come Giove riuscirebbe a malapena ad oscurarla solamente nella misura dell’1%.
Sono state ipotizzate moltissime teorie circa le motivazioni sugli abbassamenti di luminosità di Tabby’s Star, tra cui la più accreditata sarebbe un’immensa nuvola di polvere e frammenti o la presenza in orbita di un pianeta distrutto che, forte di una posizione fissa, periodicamente causerebbe l’abbassamento di intensità della luminosità della stella.
Ovviamente la teoria non è universalmente condivisa, a causa di una serie di presunte discrepanze sia nella cadenza dell’evento, del tutto casuale (almeno secondo i metri di giudizio scientifici), sia nella grandezza della nube, che dovrebbe essere veramente grande per poter causare una diminuzione di luminosità tanto importante per una stella così grande e luminosa.
Si pensa quindi che potrebbe essere un altro corpo celeste il vero responsabile delle variazioni di luminosità, che potrebbe in qualche modo interagire in modo da dare vita a un sistema binario, ma anche questa spiegazione non è esaustiva, perché non andrebbe a spiegare la cadenza casuale dell’evento.
Ma la teoria più strampalata, e che quasi era impossibile che non venisse formulata, è quella che vede coinvolti gli alieni. Si parla infatti della presenza di una grande struttura aliena capace di catturare la luce di una stella per ricaricarsi di energia, realizzata ovviamente da una civiltà aliena più progredita di quella terrestre.
Naturalmente non è stato provato che Tabby’s Star abbia intorno alla sua orbita una struttura capace di canalizzare energia, ma si sa che le teorie sulla presenza di alieni piacciono sempre tanto e ovviamente l’ipotesi E.T. non è stata ancora scartata del tutto.
Tra l’altro, Tabby’s Star potrebbe essere in buona compagnia: secondo l’astrofisico Edward G. Schmidt, esisterebbero altre 15 stelle dal comportamento simile a quello di Tabby’s Star e tutte sarebbero appartenenti alla categoria di astri di tipo F e G, come il nostro Sole. Queste stelle si troverebbero tutte vicine in una porzione di cielo visibile dal telescopio Keplero e formerebbero una sorta di costellazione dalle caratteristiche così particolari che il SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) dovrebbe quantomeno interessarsene.
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