Proprio mentre il telescopio James Webb ha oltrepassato l’atmosfera di Terra e luna per darci delle informazioni che gli astronomi aspettano da oltre trent’anni, un’altra missione della NASA apre il suo sguardo verso il cosmo.
A poco più di un mese dal suo lancio (avvenuto lo scorso 9 dicembre), il satellite Ixpe ha terminato la sua prima fase ed è ora pronto ad aprire i suoi tre occhi, pronto per nuove scoperte sui fenomeni più estremi dell’universo.
Chiusa prima fase, ora inizia quella operativa della missione congiunta di Nasa e Agenzia Spaziale Italiana (Asi), che vede anche la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Con Ixpe “Possiamo aspettarci l’inaspettato”
Molteplici gli obiettivi da raggiungere, per Ixpe, nato per migliorare la sensibilità alla polarizzazione di due ordini di grandezza rispetto al polarimetro a raggi X, a bordo dell’Osservatorio solare orbitante OSO-8 (gli scienziati vedono HEASARC: OSO-8), fornirà misurazioni simultanee spettrali, spaziali e temporali, determinerà la geometria e il meccanismo di emissione dei Nuclei Galattici Attivi e dei microquasar, troverà la configurazione del campo magnetico nelle magnetar e determinerà l’intensità del campo. Ricercherà il meccanismo per la produzione di raggi X nelle pulsar (sia isolate che in accrescimento) e la geometria, spiegando come le particelle vengono accelerate nelle nebulose di Pulsar-Wind.
“L’inizio delle osservazioni scientifiche di Ixpe segna un nuovo capitolo per l’astronomia a raggi X“. Così Martin Weisskopf: “Una cosa è certa – assicura il responsabile scientifico della missione presso il Marshall Space Flight Center della Nasa – possiamo aspettarci l’inaspettato“.
Tutto liscio durante la prima fase. La NASA conferma che Ixpe è stato puntato per la calibrazione verso due oggetti luminosi: 1ES 1959+650, il “cuore” di una galassia alimentato da un buco nero, e la pulsar SMC X-1. Poi l’analisi di della supernova Cassiopeia A, che durerà per circa tre settimane.
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Ixpe (acronimo di Imaging X-ray Polarimetry Explorer) è dotato di tre telescopi identici progettati per misurare la polarizzazione dei raggi X cosmici del programma Explorer. Il costo stimato della missione e della sua operatività biennale è di 188 milioni di dollari (50,3 milioni di dollari solo il costo del lancio, avvenuto da Cape Canaveral lo scorso 9 dicembre).
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L’obiettivo della missione IXPE è ampliare la comprensione dei processi e delle sorgenti astrofisiche ad alta energia, a sostegno del primo obiettivo scientifico della NASA in astrofisica. Lassù non c’è solo il telescopio James Webb, ma anche Ixpe, un satellite con tanto made in Italy.