Quello del 2021 è l’ultimo di una serie di festività natalizie passate tra le stelle, dove la distanza dalla Terra sembra diminuire
Essere in orbita e non nel caldo abbraccio della famiglia o degli amici non è mai stato un problema per gli equipaggi che da più di 50 anni affrontano l’esperienza di superare la linea di Karman.
La tradizione dei festeggiamenti a bordo dei moduli spaziali, replicata anche quest’anno, non solo è una componente solida nella vita di ogni astronauta ma trova nel Natale una brillantezza più che speciale. Da buoni patrioti non potrete non aver adorato la nostra Samantha Cristoforetti che nel 2014, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sfoggiava un look con tanto di berretto rosso a punta e sullo sfondo una scena più che terrena con decorazioni e addobbi colorati.
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Ma questo non è che uno scatto della lunga storia dell’esplorazione spaziale e della sinergia con il Natale, che pare essere un sodalizio imprescindibile e non abbandonare mai lo spirito dell’essere umano, anche quando è a chilometri dal suolo terrestre.
Dall’albero fatto di scatolette ai doppi festeggiamenti, il Natale offre sempre una prospettiva più bella se visto dalle stelle
La prima registrazione sui libri della memoria della NASA risale al 1968, quando dopo aver potuto osservare le silenziose superfici lunari, a soli 384 000 km dalla Terra, il team dell’Apollo 8 ha creduto di trovarsi in solitudine a celebrare questo giorno speciale ma ha dovuto ricredersi. Niente di meno vero, sarebbe capitato. Visto che ad aspettarli, tra le scorte del cibo, hanno ricevuto la gradita sorpresa di trovare tacchino, brandy e strenne, fatte recapitare loro dalle famiglie.
A seguire il loro esempio, tra il 1973 e il 1974, è stato poi l’equipaggio a bordo dello Skylab 4 composto dagli americani Gerald P. Carr, William R. Pogue e Edward G. Gibson. Per l’occasione diedero libero sfogo alla loro fantasia e realizzarono un portentoso quando ingegnoso alberello fatto di rifiuti. Scatolette di cibo avanzate, carta colorata e un top di cartone a coronare la punta. Certo non bellissimo da vedere ma tutto sommato funzionale al suo scopo.
Ma il primo ventennio non è solo appannaggio degli Stati Uniti, perché a segnare la campanella ritroviamo anche i sovietici, che durante la loro missione record di 96 giorni nel 1977 e nel 1978, a bordo della stazione spaziale Salyut-6, festeggiarono in diretta televisiva, brindando con un liquido misterioso mai tramandato ai posteri.
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Ed oggi? C’è da dire che da quando è in orbita la ISS ha beneficiato di una componente multiculturale che ha spinto i livelli di festeggiamenti molto in alto. Hanukkah, Natale cristiano e quello ortodosso si fondono per diventare una grande occasione dove celebrare l’impegno di collaborazione tra i popoli e la speranza di un futuro migliore.