Ha suscitato diverse perplessità la decisone dell’azienda circa la ferma presa di posizione relativa allo stato delle vaccinazioni dei dipendenti
Il dibattito circa l’opportunità di vaccinarsi o meno è quanto mai attuale e tiene banco in ogni settore dell’economia e dei rapporti sociali. Tuttavia il panorama globale delle strategie di contenimento della diffusione del virus dipendono moltissimo dalle decisioni dei governi dei vari paesi che rappresentano la bussola sulla quale orientarsi per comprendere meglio gli scenari a macchia di leopardo.
Se l’aspetto della pubblica socialità è appannaggio dei vertici nazionali, quello che avviene nelle azienda private è una storia tutta da raccontare. Molte società infatti utilizzano dei protocolli interni che hanno come obiettivo quello di garantire la sicurezza dei dipendenti e dei clienti.
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Tuttavia il caso di Intel ha generato diverso clamore, proprio perché, in virtù di questa responsabilità lavorativa e sociale, ha deciso di adottare delle misure drastiche introducendo una postilla fondamentale per tutte le sue risorse.
Intel impone l’obbligo di vaccinazione ai suoi dipendenti, che se non rispetteranno le direttive saranno estromessi
Uno dei requisiti fondamentali del nuovo protocollo aziendale di Intel prevede l’obbligo alla vaccinazione per tutti i lavoratori. Il limite per provvedere a mettersi in regola con questa direttiva è fissato a martedì 4 gennaio 2022. Se al momento delle scadenza il personale non provvederà a adempiere a questa formalità scatteranno immediatamente le sanzioni.
L’azienda infatti ha tenuto a specificare che non salderà agli inadempienti le mensilità legate al primo quadrimestre dell’anno oltre all’estromissione dai luoghi di lavoro. Il pugno chiuso che prevede l’imposizione di un’aspettativa non retribuita ha solo due eccezioni: motivi di salute, oppure questioni di natura religiosa.
Intel quindi rientra nelle fila delle aziende statunitensi che replicano un modello totalitario ed estremo, assieme alla lungimirante e apertissima Google, avamposto del wellness on working, che già in precedenza aveva deciso di adottare questo tipo di imposizione dall’alto, seguita da altre realtà.
Difficilmente tuttavia questo modello gestionale potrà essere replicato in maniera pedissequa fuori dai territori degli Stati Uniti. In Italia, ad esempio, dove i sindacati difendono il diritto di opposizione, non potrebbe mai essere minimamente esportato. Nonostante il governo punti ad una responsabilizzazione sociale molto legata al comparto delle aziende private e delle risorse in forza.
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Nulla da dire in merito alle scelte di Intel, che applica legittimamente decisioni allineate alle dichiarazioni rilasciate da Biden. Il Presidente, in nome del noto e potente richiamo al nazionalismo americano, ha infatti invitato tutti i cittadini ad adempiere ad un obbligo prima di tutto morale.