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I morti per i combustibili fossili sono atroci: ecco i dati

Un milione di persone ogni anno muoiono a causa dei combustibili fossili: lo rivela un nuovo studio secondo cui oltre 1 milione di persone ogni anno perdono la vita a causa della combustione di carbone, gas naturale e petrolio, responsabili oltretutto dell’inquinamento da particolato fine.

Il combustibile fossile causa 1 milione di morti l’anno – MeteoWeek.com

Noto anche come PM 2,5, questo tipo di inquinamento è causato da combustibili fossili tra cui il carbone è il responsabile principale della morte di tante persone, circa la metà del campione studiato. L’altra metà è causata dalla combustione di gas naturale e petrolio, ed in particolare queste morti si concentrano in Asia meridionale o in Asia orientale.

Il motivo di tanta nocività dipende dal fatto che l’inquinamento da particolato produce sostanze che sono facilmente respirabili e che vengono quindi trasportate nel flusso sanguigno da dove causa svariate malattie, tra cui patologie cardiache, diabete, BPCO, cancro ai polmoni e ictus. Ed in ottica Covid, sembra che le persone esposte a lungo a questo tipo di inquinamento rischino maggiormente il ricovero se contraggono il Coronavirus.

Dal 1970 al 2017 sono morte 1 milione di persone l’anno

Inquinamento da combustibile fossile – MeteoWeek.com

Il nostro obiettivo principale era identificare le principali fonti di inquinamento da PM2,5 e capire come la distribuzione dell’inquinamento differisca tra le varie parti del mondo“. Con queste parole Erin McDuffie, ricercatrice della Washington University, ha commentato lo studio. “Per la prima volta in alcuni paesi abbiamo informazioni di questo tipo“.

Lo studio ha raccolto i dati mensili riguardanti il periodo che va tra il 1970 e il 2017, analizzandoli con modelli di qualità dell’aria e dati satellitari. Ne è uscita una mappa di distribuzione globale di PM 2,5 con una risoluzione di 1 km quadrato.

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Lo studio, condotto dall’ente no-profit Health Effects Institute, ha evidenziato che in Asia meridionale e orientale, così come in Europa centrale e orientale, circa la metà delle morti è dovuta alla combustione di carbone, perché la legislazione locale non ha norme rigide sull’uso di questo combustibile. Le regioni che invece hanno meno bisogno del carbone, come il Nord America e l’Europa occidentale, rivelano che le persone morte nei loro territori dipendono da petrolio e gas naturale.

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Non è il primo studio che viene realizzato sull’incidenza di mortalità derivante dalla combustione di combustibili fossili, e sugli effetti sulla salute del PM 2,5, ma è la prima volta che viene effettuata una analisi così precisa riguardo la distribuzione geografica della statistica.

Giulio Cicelli

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