La recensione di House of Gucci, il film di Ridley Scott sul delitto Gucci, in uscita il 16 dicembre nei cinema : Lady Gaga e Adam Driver protagonisti di un efferato omicidio in chiave modaiola, a tratti un po’ cafona.
Andiamo a parlare del film del neo 84enne Ridley Scott, che si è cimentato nel remake, se così possiamo chiamarlo, del delitto di Gucci, per cui ancora oggi le opinioni riguardanti la pena per LA colpevole, sono ancora molto divergenti tra loro. A tre anni di distanza dal suo ben più che apprezzato esordio da protagonista al cinema nel fortunatissimo remake A Star Is Born, in cui si ritrovava nei panni di una cantante che trova il successo (e il dolore) qui Lady Gaga si cimenta con un personaggio molto diverso dai suoi canoni. La sua Patrizia Reggiani, la moglie di Gucci, conserva comunque una certa dimensione glamour nonostante sia un glamour che noi ora giudicheremmo come “buzzurro”, nonostante la forte tempra del carattere appassionato che l’ha sempre distinta. se A Star Is Born riproponeva l’essenza del melodramma classico con note di estremo dolore (come la perdita dell’amore una volta arrivata alla carriera tanto desiderata) House of Gucci risulta essere più incisivo, forte, dove il dramma non è vissuto con quella nota dolorosa.
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L’ispirazione del film
Cominciamo con il dire che il film è liberamente ispirato al libro di Sara Gay Forden del 2000, House of Gucci. Una storia vera di moda, avidità, crimine, ripubblicato in Italia da Garzanti, il film di Ridley Scott imposta il suo racconto riguardante la caduta della dinastia imprenditoriale a causa di un delitto “sartoriale” che ha fatto da padrone i titoli dei quotidiani più famosi al mondo, concentrandosi sulla scalata sociale Patrizia Reggiani, che come ripetiamo era la moglie di Maurizio Gucci dal 1972 al 1994 e mandante dell’omicidio dell’uomo nel 1995.
Nel nome del Padre, del Figlio e della Famiglia Gucci
Inutile dire quanto questa frase sia diventata famosa, non appena uscito il trailer del film. Su TikTok era diventata anche un mantra, dove gli adolescenti che pensavano di avere un minimo di conoscenza della moda ( non ce l’avevano) la usavano contro coloro che abbinavano colori e vestiti che a loro non piacevano (inutile dire, erano quasi patetici). Ma andiamo avanti sul film. Questa storia inizia come tante altre che potremo trovare nel classico film per adolescenti romantiche, durante un ballo: una ragazza di umili origini e dall’asceta non raffinato, ergo scordatevi la tipica ragazza dai capelli lisci e biondi, delicata come un fiorellino e che viene vestita dagli uccellini la mattina, incontra il rampollo di una fiorente dinastia, già con stile. La loro unione è ostacolata dal padre di lui e dalle sue opinioni, ma, alla fine, l’amore trionfa sempre. Forse in questo caso, per Maurizio, era meglio ascoltare il padre. Questa infatti non è una banalissima fiaba a lieto fine, ma una vicenda costellata di faide familiari, tradimenti, bugie, giochi di potere, manovre finanziarie illecite , che inizia a una festa in maschera di una Milano per bene e si conclude con un omicidio, con il coinvolgimento di una sensitiva, Pina Auriemma, interpretata da una Salma Hayek che centra nel film come sarei centrata io in una gara di matematica alle superiori.
E se il fatto di cronaca a cui si ispira non fosse così famoso, potremmo pensare che lo sceneggiatore abbia fatto un giro negli Harmony di sua madre. Sembra quasi l’idea di un thriller non andato a buon fine. Una vicenda che, negli anni ‘80 e ‘90, gli stessi in cui si svolge House of Gucci ovviamente , si sarebbe ben adattata a soap opera come Dinasty, Dallas o Beautiful, con tutti i tradimenti alle spalle che ci sono stati.
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Cosa non ci è piaciuto
Ragazzi, vorremmo potervi consigliare una visione in lingua originale, ma noi l’abbiamo vista come una presa in giro alla nostra dialettica.Un accento marcato, che ancora un po’ saltavano furi a dire “We Mario, c’è la pizza?”. Ma nonostante questo, se siete fan dei film presi da fatti reali, diciamo che avete sicuro visto di peggio. Noi, non ci siamo sentiti di averlo guardato onestamente. E, per favore, evitate di seguire quelli che dicono che se il film non ha una sceneggiatura complicata, allora è demenziale. Non è il miglior film di Ridley Scott, ma per passare un sabato era tranquillo, va più che bene ( soprattutto se notate l’accuratezza dei vestiti. Intramontabili).