La NASA è stata denunciata dall’agenzia spaziale russa Roscosmos. L’accusa è pesante: i russi ritengono che durante la missione spaziale del 2018 l’astronauta americana Serena Auñón-Chancellor abbia avuto un crollo emotivo che l’abbia portata a danneggiare la navicella spaziale russa Soyouz. Lo scopo dell’astronauta sarebbe stato quello di poter tornare prima sulla Terra.
La navicella spaziale russa Soyouz, attaccata alla Stazione Spaziale Internazionale, sarebbe stata danneggiata dall’astronauta americana Serena Auñón-Chancellor dopo una lite con il suo amante, anche lui parte della missione. Dopo la lite, l’Auñón-Chancellor avrebbe fatto un danno alla navicella al fine di rientrare prima sulla Terra.
Una breccia nella navicella per tornare prima a casa
Secondo un articolo pubblicato sul quotidiano “Il Messaggero”, i russi accusano l’astronauta di aver danneggiato la navicella con un trapano. Infatti, secondo Mosca, la persona che ha praticato il foro aveva una “mano vacillante”. Sono stati trovati anche dei segni di graffi nelle vicinanze del buco che potrebbero indicare che il trapano, dopo aver aperto la breccia, sia scivolato.
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L’astronauta avrebbe quindi boicottato la missione perché la lite con il suo compagno le avrebbe causato un crollo emotivo. Tuttavia, secondo gli Stati Uniti la storia è andata ben diversamente. Gli USA, infatti, respingono le accuse e puntano il dito a loro volta verso la Russia. La navicella spaziale aveva effettivamente subito un guasto e serve trovare un colpevole.
La Nasa ha parlato di “attacchi falsi e privi di ogni credibilità”, volti solo alla ricerca di qualcuno a cui attribuire la colpa del guasto alla Soyouz. Infatti, il guasto ha comportato non poco imbarazzo alla Roscosmos, agenzia spaziale russa.
Le ipotesi russe sul foro
Ma cosa si sa di questo fantomatico foro nella navicella? Sappiamo che il foro è stato identificato in data 30 agosto 2018 ed è risultato, dopo la misurazione, di appena due millimetri. Nonostante fosse così piccolo, quel giorno ha causato una diminuzione di pressione che ha fatto scattare un allarme. Gli astronauti, accortisi dell’accaduto, hanno prontamente chiuso il foro con una colla apposita.
Rientrata l’emergenza, hanno cercato di capire le cause di un tale piccolo insidioso danno, escludendo subito l’ipotesi che fosse stato causato da un detrito proveniente dall’esterno. La pista dolosa del danno è stata subito ipotizzata. Dopo alcune analisi, nel 2019 Mosca ha confermato che il buco risultasse fatto dall’interno della navicella. L’ipotesi dolosa è rafforzata anche dal fatto che le telecamere che controllavano quel segmento avessero “misteriosamente” smesso di funzionare quel giorno.
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Inoltre, intorno al foro sono stati rinvenuti dei graffi, che potrebbero indicare anche altri tentativi di perforare non andati a buon fine. L’agenzia spaziale russa si dice certa della colpevolezza dell’americana, anche sulla base del fatto che sia stata l’unica a non volersi sottoporre alla macchina della verità. Inoltre, l’agenzia afferma di non aver potuto esaminare trapani presenti sulla stazione spaziale e accertare l’eventuale presenza di resti metallici.