Il fenomeno immortalato dal telescopio della NASA è quanto di più raro sia possibile osservare nell’universo
Mentre Hubble stava svolgendo delle osservazioni di routine alla ricerca di getti di materia stellare e dischi proto-planetari, in una piccola sezione della Nebulosa Running Man, collocata molto vicino alla famosa Nebulosa di Orione, nonché il soggetto preferito degli astronomi dilettanti da osservare e fotografare, ha potuto cogliere in un frame un fenomeno di una rarità eccezionale.
Se pensavamo che questo gagliardo telescopio più che trentenne fosse agli sgoccioli, e che i problemi tecnici alla struttura fossero l’epilogo di una lunga carriera di successi, dovremo ricrederci. Le immagini catturate da questo potente apparecchio hanno, di fatto, riacceso i riflettori su di esso.
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La lente di ingrandimentoutilizzata per sondare lo spazio, che ha rivoluzionato l’approccio alle osservazioni astronomiche non è pronta per andare in pensione. E Webb, il nuovo scandaglio del cosmo, suo erede nonché frutto della collaborazione tra NASA, Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia spaziale canadese (CSA) dovrà mettere in campo tutte le sue innovazioni per sostituirlo degnamente.
Le immagini trasmesse da Hubble relative alla nebulosa Herbig-Haro (HH) 45
Quello che ha immortalato Hubble è un fenomeno quanto mai raro. Il suo occhio vigile era puntato nella direzione della nebulosa NGC 1977. Questa fa parte di un complesso di tre nebulose chiamato appunto The Running Man, ovvero l’uomo che corre. La NGC 1977 – come le sue compagne NGC 1975 e NGC 1973 – è definita dagli scienziati come una nebulosa a riflessione. Ovvero una concentrazione di elementi che non emette luce da sola, ma rifrange quella prodotta dalle stelle vicine. Un evento simile a quello che farebbe un lampione che riverbera la luce nella nebbia.
L’immagine catturata è appunto dovuta all’incrontro tra i gas ionizzati di una neo-stella e l’insieme di gas e polveri presenti intorno ad essa. Questo ha generato delle imponenti onde d’urto che predono il nome di Herbig-Haro.
Quella in questione, la HH 45, è particolarmente scenografica. Il corpo violaceo è dovuto infatti al caricamento di ioni del magnesio, mentre le creste azzurre sono legate all’ossigeno ionizzato. A dare poi volume a questa nebulosa si inseriscono le polveri circostanti che sono costituire da vari elementi di diversa natura.
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Uno scatto davvero potente che ha acceso il dialogo sulle capacità di Hubble, ma sopratutto su quanto accade nell’universo, non solo dal punto di vista scientifico. Sono gli eventi così rari e scenografici a dare consistenza all’interesse degli appassionati di tutto il mondo che non smettono di stare con il naso all’insù.