“Strappare lungo i bordi” è la prima e imperdibile serie di Zerocalcare,un fumettista romano che attraverso questo racconto, che si mischia tra flashback e anedotti sulla sua vita (e quella di tutti noi), è riuscito a scalare la vetta dei record italiani su Netflix.
“Sei cintura nera di come se schiva la vita” eppure voi, da una serie dove la coscienza del protagonista è un armadillo pignolo, vi sareste mai aspettati un finale così strappa lacrime? E’ questa la particolarità di Strappare Lungo i Bordi: ti scava dentro, graffia fino che non raggiunge quella parte di voi che pensavate fosse assopita, dopo anni e anni di responsabilità, e vi da una botta in testa che vi fa capire una cosa: non siete sbagliati. Non siete dei falliti. State percorrendo la vostra via, che non deve per forza essere quella disegnata su un foglio stropicciato. Voi valete più di questo. Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech noto fumettista, ha conquistato il cuore di tutti coloro che lo seguivano già da prima e da chi ha avuto il piacere di scoprirlo solo ora, grazie alla sua serie che noi consigliamo caldamente essendo un piccolo capolavoro : prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, Strappare lungo i bordi, è composta da 6 episodi da circa 20 minuti ciascuno, e vi assicuriamo che in questi 20 minuti le vostre emozioni faranno a pugni tra loro, ed è ambientata nell’ormai noto universo narrativo dell’autore, così spiccato e strano, lasciateci usare questo termine, dove la madre è una gallina e dove un monologo sui bagni pubblici ti apre gli occhi come se stessi leggendo Dante Alighieri.
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La colonna sonora poi, è la perfetta armonia tra emozioni che stanno ancora combattendo tra loro. E’ opera del cantautore romano Giancane, con cui Zerocalcare ha creato una bella amicizia, lavorativa e non, nel 2018, durante la realizzazione del video del brano Ipocondria (feat. Rancore), pezzo che è poi diventato di diritto la sigla iniziale della serie animata di Rebibbia Quarantine, prodotta nel 2020. Oltre alla sigla stupenda, Giancane si fa letteralmente sentire anche in una decina di altri momenti della serie, momenti più o meno incisivi, in cui le sue composizioni originali fanno da coperta alle scene più esilaranti e strappalacrime della storia. Zerocalcare al riguardo ha poi commentato la scelta dei brani presenti in questo suo primo progetto animato, di cui deve andare davvero molto fiero: “Potrei aver scelto una colonna sonora un po’ da boomer, ma sono canzoni che mi hanno accompagnato per tutta la vita. Il team di animazione di Movimenti ha davvero costruito intere scene intorno ai brani che avevo scelto, per costruire una narrazione fluida e interdipendente fatta di musica e immagini”.
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Di cosa parla Zerocalcare?
Strappare Lungo i Bordi è poesia su pellicola, e se qualcuno dice il contrario, bè, ignoratelo. Noi solo a descriverlo proviamo una sorta di amore e magone che non si può descrivere. In un racconto che va da flashback delle elementari dove l’ansia di deludere la maestra è il problema principale di un bambino, ai giorni nostri dove la ricerca del lavoro e quello che si ottiene fa storcere il naso al bambino stesso, Zerocalcare percorre un viaggio in treno con Sarah e Secco (a me me frega un c***o, annamo a pjià un gelato?), i suoi amici di sempre che lo accompagnano dalle scuole d’infanzia e che per lui sono l’equivalente ad una stabilità emotiva di cui non può fare a meno. Questo viaggio in treno li porta verso qualcosa di molto difficile da fare, che lo spettatore non inquadra subito, forse perchè dopo il monologo con la vecchia sull’aria condizionata si perde un po’. Tutto, dai ricordi sugli anni della scuola alle turbe esistenziali nei confronti del proprio futuro, nel bacio mancato, nella casa in disordine, il tutto è narrato con la voce di Zerocalcare, che doppia tutti i personaggi, tranne l’armadillo, che ha la voce di Valerio Mastandrea (ma dai davvero non l’avevate riconosciuto?)
Doppia tutti. Fino ad un certo punto, E l’ ragazzi… lì cascate.
È con questo stratagemma che ogni capitolo della storia sembra costruire un puzzle di piccolissimi pezzi, un mondo fatto di fauste certezze e di amicizie incrollabili che sostentano la vita. E quando nel finale tutti i pezzi saranno al loro posto, il puzzle finale sarà una pugnalata nel petto degli spettatori e del protagonista, che si rende conto che tutto, tutto quello che credeva… doveva solo guardarlo da una prospettiva diversa.