Russia: perchè ha distrutto un suo satellite portando rischi alla ISS?

Attimi di tensione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale quando la distruzione programmata di un vecchio satellite russo ha causato una nuvola di detriti

Stazione Spaziale Internazionale a rischio collisione - MeteoWeek.com
Stazione Spaziale Internazionale è a rischio collisione – MeteoWeek.com

Il test antisatellite condotto dalla Russia il 15 novembre ha causato diverse problematica alle strutture presenti in orbita. Non solo la ISS e la CSS. Ma anche i satelliti operanti in Low Earth Orbit (LEO) hanno risentito degli effetti negativi legati alla dismissione di un vecchio apparecchio non più operativo già dal 1984.

Dopo diversi temporeggiamenti è stato proprio Ministero della Difesa russo ha  confermare l’esecuzione dell’ASAT. Questo ha previsto la distruzione della navicella spaziale Kosmos-1408 (Tselina-D). Quest’ultima, lanciata nel 1982, era stata attiva per soli due anni passando poi all’inattività totale.

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L’operazione rientra in una serie di attività routinarie e non è che l’ennesima di una serie, iniziata nel  1959. Tuttavia in questo caso specifico sono stati diversi i fattori che ne hanno causato la notorietà. Il primo ha a che fare con l’inquinamento dell’orbita terrestre, sempre più trafficata. Il secondo invece, in diretta conseguenza del precedente è l’effetto che un’esplosione nella prossimità di apparecchi e stazioni abitate può avere. Non va dimenticato il rilascio di detriti che inizialmente erano stati sottostimati. E non per ultimo abbiamo i rapporti con gli altri stati che sono venuti a conoscenza dell’accaduto solo successivamente, a cose già fatte.

La reazione dei governi e delle agenzie spaziali e la tensione con la Russia

La Stazione Spaziale Internazionale ha avuto un piccolo intoppo – MeteoWeek.com

Il clamore intorno alla vicenda è stato espresso dallo stesso Vladimir Dvorkin. Il capo del centro di ricerca della Difesa, pur ammettendo l’inutile necessità della produzione di detriti, che vengono comunque tracciati dal sistema ASPOS OKP e sono imputabili ad una sorta di negligenza nell’effettuare l’operazione, ricorda che anche gli Stati Uniti, la Cina e l’India effettuano o hanno effettuato operazioni di questo tipo.

Tuttavia i residui legati alla distruzione di Kosmos sono destinati a ricadere nella nostra atmosfera nei prossimi cinque anni. Ma una restante significativa parte continuerà a galleggiare intorno a pianeta per almeno altri 10 anni. E questo potrebbe significare delle possibili collisioni con le stazioni orbitali mettendo potenzialmente in pericolo i loro equipaggi.

Ed è in questo contesto di incertezza che vanno collocate le reazioni dell’amministratore della NASA Bill Nelson e del suo collega, il direttore generale di Roscosmos, Dmitry Rogozin. Entrambi concordano nel sottolineare la pericolosità di queste operazioni. Che se non condotte con estrema dovizia, e coordinamento tra le parti, potrebbero comportare rilevanti conseguente. Lo stesso Josef Aschbacher dell’ESA si è trovato nella condizione di dover rassicurare l’astronauta a borda della ISS, Matthias Maurer, rispetto a quanto stava accadendo.

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Attualmente quindi l’allarme pare essere rientrato, anche se quanto successo potrebbe aprire il dialogo tra le varie parti, che aderiscono alle missioni spaziali, in merito alla gestione della spazzatura in orbita.

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