E’ stato scoperto un buco nero nascosto in un ammasso di stelle. C’è anche una nuova tecnica per scoprirne altri. Ve la spieghiamo.
Se oggi ne sappiamo un po’ di più sui buchi neri è merito dei dati.
E’ tutto merito dei dati raccolti in 2 anni dal Muse (Multi Unit Spectroscopic Explorer) se oggi siamo in grado di riconoscere gli effetti dei buchi neri sull’orbita delle stelle vicine. Lo strumento Muse è stato istallato sul telescopio Vlt nel deserto cileno di Atacama e ha permesso di osservare aree molto affollate, come le regioni più interne degli ammassi stellari e analizzare la luce di ogni singola stella nelle vicinanze.
Di conseguenza, dall’osservazione della luce in ogni singola stella nelle vicinanze, si sono ottenute informazioni su migliaia di stelle fino alla scoperta del buco nero.
Il buco nero in questione ha una massa 11 volte più grande di quella del Sole ed è localizzato all’interno dell’ammasso stellare NGC 1850 a 160.000 anni luce di distanza nella Grande Nube di Magellano. Gli astronomi hanno potuto intercettare il buco nero perché altera, con la sua influenza gravitazionale, l’orbita di una stella nelle vicinanze.
In poche parole, siamo riusciti ad ottenere informazioni su migliaia di stelle in un colpo solo, almeno 10 volte di più rispetto a quelle che possiamo ottenere da qualsiasi altro strumento.
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Un approfondimento su MUSE
MUSE è uno spettrografo a campo integrale installato sul fuoco Nasmyth B dell’unità 4 (UT4, Yepun) del Very Large Telescope presso l’osservatorio del Paranal, gestito dall’ ESO.
La particolarità è che consente di suddividere il campo visivo in 24 segmenti o canali di immagine che vengono ulteriormente suddivisi in 48 sezioni o mini fenditure, per un totale di 1152 mini fenditure. Ogni blocco di 48 mini fenditure viene campionato da una IFU per produrre un insieme di spettri a media risoluzione.
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Cos’è un buco nero?
Si definisce buco nero una regione dello spazio tempo con un campo gravitazionale così intenso che nulla al suo interno può sfuggire all’esterno, nemmeno la luce.
Il fatto curioso è che nessuno è mai riuscito ad osservarli realmente. I buchi neri sono, infatti, parti dell’universo misteriose, affascinanti, non visibili ai nostri occhi. Essi non sono in grado di emettere alcun tipo di luce e vengono considerati come gli oggetti più distruttivi presenti nell’universo.
Possiamo paragonare un buco nero ad una Stella, caratterizzata da una massa dieci volte superiore a quella del Sole, che si contrae, aumenta la sua densità e crolla sotto il proprio peso concentrando la propria massa in un unico punto detto, appunto, buco nero.
Nemmeno un raggio di luce è in grado di sfuggire alla “cattura” di un buco nero, nonostante la luce abbia una velocità elevata. I buchi neri inghiottiscono solo i corpi a loro vicini, poiché l’attrazione gravitazionale è inversamente proporzionale alla distanza del corpo considerato. Sono in grado inoltre di implodere su sé stessi ma mai di esplodere