Hollywood contro Blue Origin per inquinamento: scatta la denuncia – VIDEO

C’è chi dice no. La corsa al turismo spaziale vede coinvolti molti paperoni mondiali. Elon Musk, Richard Branson e Jeff Bezos hanno innescato un effetto go down, facendo impazzire il settore. Ma non tutti ammiccano alla nuova frontiera.

Blue Origin - MeteoWeek.com
Blue Origin – MeteoWeek.com

Un star di Hollywood ha declinato l’invito di Blue Origin di partecipare a un viaggio turistico nello spazio. La società privata creata da Jeff Bezos, fondatore di Amazon, con sede a Kent, un sobborgo di Seattle, aveva chiesto a Tom Hanks di unirsi al viaggio. La risposta non solo è stata negativa, ma anche controproducente.

L’attore californiano, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e televisivo, ha rivelato in primis il retroscena a Jimmy Kimmel lo scorso martedì, ironizzando sull’accaduto: “Costa qualcosa come 28 milioni di dollari – sorride – io sto bene, non pago 28 milioni di dollari“.

Bufera su Blue Origin: accuse pesanti a Jeff Bezos e compagnia

L’intervista, postata su Youtube sul canale di Jimmy Kimmel Live (quasi venti milioni di iscritti), con quasi un milione di visualizzazioni e tanti pollici in su (oltre diecimila) di molto superiore rispetto ai pollici in giù (311) è la faccia dell’altra medaglia. Non tutti sono d’accordo con questa nuova moda dei viaggi spaziali.

Tom Hanks non ci è andato molto per il sottile: ha criticato il modus operandi (tutti possono simulare l’esperienza di andare nello spazio appoggiandosi allo schienale delle sedie e tremando per diversi minuti), raccontando che gli è stato offerto il posto prima dell’icona di Star Trek, William Shatner che ha fatto la breve escursione ai confini dello spazio in ottobre.

Lui ha rifiutato, accontentandosi di ciò che ha vissuto nel 1995, interpretando l’astronauta Jim Lovell in Apollo 13. Il nuovo dramma post-apocalittico di Hanks, Finch, fra l’altro, è in streaming su Apple TV Plus.

Le aspre critiche di Tom Hanks si inseriscono in un momento tutt’altro che magic per Blue Origin, denunciata a ottobre da alcuni lavoratori, ed ex impiegati, grazie a un report in cui mettono al banco degli imputati l’azienda spaziale di Jeff Bezos, accusata di essere un posto di lavoro “tossico”.

L’inchiesta del Washington Post su un campione di 20 dipendenti attuali ed ex di Blue Origin, nonché funzionari del settore che lavorano a stretto contatto con l’impresa spaziale, evidenzia che i dirigenti di Blue Origin, tra cui Bezos e il CEO Bob Smith, sono stati ripetutamente avvertiti dai dipendenti che la cultura del posto di lavoro dell’azienda è diventata “tossica”. Un ex dipendente ha affermato che la cultura del lavoro ha portato a una diffusa “perdita di fiducia nella leadership di Blue Origin“, secondo un memo del 2016 recensito da The Post.

Diversi lavoratori hanno affermato che i dirigenti non sono riusciti ad affrontare i problemi, scegliendo di metterli a tacere. Con tanto di ambiente altamente inquinato.

Blue Origin, al riguardo, non ha risposto a una richiesta di commento di Insider, ma ha detto a The Post che la società prende molto sul serio le affermazioni di molestie. Il rapporto del Post arriva dopo che è stata rilasciata una lettera aperta di persone che si identificano come “21 attuali ed ex dipendenti di Blue Origin” secondo cui l’impresa spaziale aveva ignorato numerosi problemi di sicurezza, creando addirittura una cultura del lavoro sessista.