Nella serra della NASA, una coltivazione di peperoncino: come mai?

L’esperimento consiste nel verificare l’effettiva capacità di una cultivar di peperoncino particolarmente resistente all’interno del laboratorio della ISS

L’astronauta Shane Kimbroug alle prese con il vettore scientifico nell’Advanced Plant Habitat (APH) – Meteoweek.com

Il lavoro che si sta svolgendo presso il laboratorio orbitante procede senza sosta. E si concentra sull’interessante progetto di portare alla germogliazione e crescita una varietà speciale di peperoncino.

Per selezionare questa cultivar particolare sono stati necessari circa due anni di studi. Questo tempo è stato necessario per valutare una quantità molto vasta di varietà provenienti da tutto il mondo. Il team guidato dal ricercatore NASA Jacob Torres ha selezionato il pepe NuMex Española Improved, un peperoncino ibrido Hatch, proveniente da Hatch Valley nel sud del New Mexico. La scelta è ricaduta su questo per le sue peculiari caratteristiche. E’ resistente ad un ambiente ostile, poiché vive ad altitudini molto elevate e con una capacità di accrescimento rapida. E’ di facile impollinazione ma sopratutto può essere consumato anche crudo.

Un esempio perfetto di vegetale che è stato messo all’interno dell’esperimento Plant Habitat-04. Grazie all’ausilio del Advanced Plant Habitat (APH), l’equipaggio della ISS, guidato dall’ingegnere di volo Shane Kimbrough,  ha potuto monitorare la crescita dei 48 semi presenti nell’incubatrice. Questi hanno raggiunto la stazione orbitale durante la 22a missione di rifornimento di SpaceX, e solo successivamente si è dato via all’esperimento.

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D’altronde Kimbrough, in qualità di comandante della missione SpaceX Crew-2 che aveva raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale con l’equipaggio del Expedition 65, è considerato un esperto conoscitore delle tecniche di coltivazione nello spazio. E già nel 2016 aveva portato avanti un progetto analogo effettuato con un tipo di lattuga romana rossa, la Outredgeous.

L’Advanced Plant Habitat (APH) e il progetto PH-04 potrebbero svolgere un ruolo chiave nell’esperienza di coltivazione in orbita

 

Ci vorranno circa quattro mesi prima di poter apprezzare se i peperoni verranno effettivamente prodotti dalla pianta o meno. Si tratta quindi dell’esperienza di coltivazione in de orbita più lunga e impegnativa che la NASA abbia mai sostenuto. In caso di successo il PH-04 aggiungerà un’altra specie che andrà ad integrare le diete del team a bordo.

A raccontarci le specifiche di questo progetto sono le parole del project manager di PH-04, Nicole Dufour. Secondo l’ingegnere il Advanced Plant Habitat (APH) non è che una camera di crescita diversificata che viene gestita da remoto, abbattendo il tempo che gli astronauti dovrebbero dedicare alle attività. Questa è dotata di 180 sensori che garantiscono il sostegno e il monitoraggio delle colture.

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Tuttavia non si tratta della prima esperienza di crescita vegetale in un ambiente extra-terrestre. Già nel 2015 gli astronauti all’ora a bordo si erano occupati di sperimentare la crescita vegetale di una specie dalle caratteristiche simili, le zinnie, contraddistinte dalla lunga durata dei tempi di coltivazione, e dalla presenza di fiori e frutti, analoga a quella dei peperoni.

Ora agli scienziati non resta che attendere, e qualora l’esperimento andasse a buon fine, si potrà guardare con positività ad un importante passo avanti nella ricerca e nella sostenibilità delle missioni spaziali.

 

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