L’azienda cinese impegnata in un perso al si pari opportunità per le sue dipendenti senza distinzioni di genere
Una scelta encomiabile quella decisa dalla società Big Tech che a dispetto di un paese di bandiera molto restrittivo sotto diversi, dimostra un’apertura e una lungimiranza notevole. D’altronde l’ambiente ICT è storicamente un settore tendenzialmente più declinato al maschile pertanto la presenza delle donne è tendenzialmente scarsa o comunque minore.
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Tuttavia complice una grande sensibilità e una consapevolezza culturale più sviluppata il trend sta fortunatamente cambiando. Molte sono le aziende che vengono valutate e svolgo la propria autodiagnosi grazie al sistema ESG . Questo analizza tre componenti dell’ assest lavorativo quali Environmental, Social, and Corporate Governance. Ovvero il fattore ambientale, sociale e la politica gestionale della società.
Dunque anche Huawei abbraccia e sostiene questo approccio al cambiamento introducendo le così dette quote rosa. Per comprendere come questo concetto si applichi al titolo ci viene in supporto quanto dichiarato da Enrica Banti, Head of Corporate Communications di Huawei Italia.
Il superamento del gap di genere in una società che sta lentamente cambiando il proprio mood
La Head of Corporate Communications di Huawei Italia ci racconta di una situazione aziendale veramente ampia e sfaccettata. A partire dalle figure cardine che sono spesso ricoperte appunto da donne. Tra queste in particolare modo cita la Senior Vice President e Director of the Board di Huawei, Catherine Chen, alla quale, tra le moltissime mansioni e responsabilità è affidato un ruolo chiave. Lei infatti è stata scelta per rappresentare la compagnia in qualità di di Ambassador don riferimento a tutte le politiche di welfare e parità di genere.
Ma non c’è solo l’elite dirigenziale. Le risorse infatti vanno coltivate in ogni aspetto. Nasce così il progetto Seeds for the Future. Uno strumento che dovrebbe servire a garantire il 30% di posti alle ragazze che nel loro percorso di studi di tipo STEAM si sono distinte per merito.
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La particolarità di questo percorso sta appunto nel coltivare il talento delle giovani risorse investendo e credendo fortemente nel loro potenziale. Grazie a questo progetto infatti negli ultimi 10 anni sono state inserite più di 150 donne in settori cardine dell’azienda. Ma siamo solo all’inizio. Il concetto focale non è solo formare, bensì trasformante queste figure in un esempio e un modello che possa ispirare altre giovani a seguire questo percorso.
È indubbio che la strada della trasformazione sia ancora molto lontana dall’essere compiuta. La vera parità esiste laddove non è più necessario impostare modelli di inserimento d’alto. Tuttavia ben vengano le iniziative di inclusione e parità se non rappresentano un tentativo di comunicare una facciata etica, ma un core più sostanziale.