Canone Rai anche su Tablet e smartphone? Iniziai il panico tra gli utenti

Il canone Rai sarebbe incongruo rispetto al servizio svolto dalla televisione di stato e pertanto necessita di una revisione sostanziale

5g in italia rai
Maggiore qualità nella trasmissione in mobilità: è l’obiettivo della sperimentazione di Rai con il 5G. – MeteoWeek.com

A sostenere una posizione scomoda è Carlo Fuortes, l’amministratore delegato della Rai, durante la riunione ordinaria indetta dalla commissione di vigilanza. Secondo l’esponente del vertice è doverosa la messa in discussione dell’attuale regime di riscossione del canone, addebitato abitualmente nelle bollette delle utenze dei cittadini.

La scelta presa all’epoca ha permesso di arginare le casse in rosso dell’azienda, e recuperare i crediti legati all’evasione. Siamo però di fronte a delle cifre molto lontane da quelle messe a budget che coprono, secondo le stime, solo il 5-10% della spesa sostenuta per la produzione e distribuzione dei servizi offerti.

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Nonostante questa manovra, che è stata abbondantemente digerita dagli italiani, il buco nero delle finanze della Tv pubblica pare essere molto lontano dal sanamento e dalla messa in pari del bilancio. Per questa ragione sul tavolo delle trattative il vertice ha scelto di avanzare diverse proposte. Queste sono volte a colmare il gap tra le entrate e le uscite.

Le proposte dell’AD Rai Carlo Fuortes e come potrebbero impattare sull‘utenza

Canone RAI, la prima volta fu nel 1938 - MeteoWeek.com
Canone RAI, la prima volta fu nel 1938 – MeteoWeek.com

Si tratta ovviamente solo di proposte, nulla è ancora certo, e dovremo aspettare parecchio prima che queste vengano a concretizzarsi e diventino realtà.
Fuortes ha parlato chiaramente di best practices, prima di tutto. Dovrebbero essere quattro, e il loro compito assolve a strumento per avvivante le politiche di gestione a quelle già ampiamente adottate del panorama europeo.

Nello specifico si è parlato sostanzialmente del  riconoscimento integrale delle risorse del canone e come questo possa comportare l’eliminazione delle trattenute da 110 milioni, andano a finanziare il fondo per il pluralismo grazie all’impiego di altre fonti. E qui che si colloca la proposta di “tassare” anche i possessori di smartphone e tablet, anche in presenza di situazioni dove l’utente non possiede una Tv.

Questa scelta, qualora fosse praticata, sarebbe molto legata all’uso della nota app Rai Play, scaricata e disponibile su tutte le piattaforme market e nella maggior parte dei devices presenti sul mercato.

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Le perdite principali, dovute alla riduzione degli introiti del comparto marketing e pubblicità, verrebbero così in parte bilanciate.
Il gap tuttavia rimane sempre molto significativo. E questo in parte è dovuto alla questione di incongruenza legata all’importo stesso del canone. Parliamo dell’importo di 90€ annuali, che si scontra con i 312 sborsatoi dai cittadini della Svizzera o i 138 di quelli della Francia.

Ma la reazione delle forze politiche, che segnano il punto tra il varo dell’accettazione di eventuali modifiche e il rifiuto, è stata per gran parte di una freddezza assoluta. Sembra quindi che per il momento non ci sarà la tassazione sui devices, e che l’azienda Rai dovrà impegnarsi a sviluppare un piano di sanamento più efficace che punti ad altri fronti.

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