YARA: Il film di Marco Tullio Giordana sull’omicidio Gambirasio sarà al cinema dal 18 al 20 ottobre per poi debuttare dal 5 novembre su Netflix.Verrà raccontata la più grande indagine genetica per risalire all’identità di Ignoto 1 nel paese, responsabile della morte della tredicenne di Brembate Sopra. E’ già sotto polemica.
L’omicidio di Yara Gambirasio diventa un film originale Netflix, e sarà disponibile sulla piattaforma streaming dal 5 novembre, travolto già da polemiche. Il regista è Marco Tullio Giordana, eha diretto la pellicola sulla drammatica storia vera che ha sconvolto l’Italia e di cui tutti si ricordano, tra il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa della giovane ragazza amante della ginnastica ritmica dalla palestra della tranquilla cittadina di Brembate di Sopra, e il 26 febbraio 2011 quando il suo corpo venne ritrovato senza vita abbandonato in un campo, apparentemente senza tracce o indizi.
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“Yara, tredici anni. Il mio nome è di origini arabe, significa farfalla!”
Ai tempi dell’inchiesta, l’intera Italia si è concentrata soprattutto sugli sforzi degli investigatori per scoprire l’identità dell’assassino, avendo a cuore ormai la storia della ragazzina, prima scomparsa e poi uccisa brutalmente. Anche perché per arrivare a condannare all’ergastolo il muratore di Mapello indagato dopo alse strade, Massimo Bossetti (nel film interpretato da Roberto Zibetti), che ancora oggi si proclama “non colpevole” ed estraneo ai fatti, fu messa in opera una procedura, che ha fatto la storia delle indagini italiane mai viste prima d’ora: screening di massa della popolazione del paese per la raccolta di migliaia di campioni da cui estrarre un DNA che coincidesse con quello di “Ignoto 1”, ricavato dagli indumenti della vittima e non identificato subito. In sostanza la più grande indagine genetica mai fatta non solo nel nostro paese, ma in tutta Europa. Non si era mai visto niente del genere. Al centro della fiction c’è il pubblico ministero Letizia Ruggeri che non si è mai arresa e ha fatto di tutto pur di dare un nome e un volto all’assassino della 13enne. A sua disposizione, le tracce di DNA, rinvenute sugli indumenti di Yara, che però non servirono a molto non essendo confrontabili in un database. Ecco perchè si effettuò questo screening di massa, per trovare il responsabile che DOVEVA per forza passare di lì: una mancata presenza avere subito fatto cadere su di lui, in entrambi i modi, la colpevolezza.
“Yara”, con Alessio Boni, Chiara Bono e Isabella Aragonese
Nel film Yara è interpretata da Chiara Bono, il comandante dei carabinieri ha il volto di Alessio Boni e la pm del caso Letizia Ruggeri è interpretata da Isabella Aragonese. Nel ruolo dei genitori di Yara, che in arabo significa “farfalla”, Sandra Toffolatti e Mario Pirrello. I veri genitori sono stati ovviamente interpellati nella stesura della pellicola, e si sono trovati d’accordo sul rilascio.
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Sceneggiato da Graziano Diana, il film è prodotto da Pietro Valsecchi, che ne firma anche il soggetto. Erano anni, che la sua Taodue cercava di mettere in scena questo drammatico fatto di cronaca che ha sconvolto l’Italia e che quindi sicuro avrebbe portato tante visualizzazioni, facendo susseguire la stesura di copioni ad altri copioni. Ma la chiave vincente è stata rifiutare ogni pregiudizio e attenersi alla incalzante sequenza dei fatti, offerta allo spettatore come un avvincente thriller. Non c’è un finale a sorpresa: lo spettatore SA come va a finire. E questo rende ancora di più la visione ansiogena. Un film, su cui Netflix ha puntato molto, affidandosi alla visione di un autore, che conosce molto bene le pagine buie del nostro paese, visti i suoi lavori precedenti. Basti pensare che oltre alla vita e morte di Peppino Impastato, Marco Tullio Giordana ha saputo raccontare sapientemente l’attentato di Piazza Fontana (tra l’altro da lui vissuto in prima persona all’età di 19 anni, quindi inserendo nella pellicola anche le sue sensazioni) in “Romanzo di una Strage” e anche l’omicidio di Pier Paolo Pasolini in “Pasolini – Un Delitto Italiano”. Una garanzia.