Vi siete mai chiesti quali aziende americani detengono il primato per quanto riguarda la quota raggiunta in borsa? Noi sì, dunque vediamo di capire insieme chi sono e soprattutto come sia possibile che siano arrivate così in alto nel corso del tempo.
È iniziata una sorta di competizione tra le più grandi aziende statunitensi contro il Giappone e la Germania. Tutto ha avuto inizio con i 10.000 miliardi raggiunti in borsa dalle società, le quali si sono avvicinate al PIL di queste due nazioni. Un dato praticamente assurdo e che non può essere in alcun modo trascurato.
Da questi esiti è iniziata la corsa di Wall Street per la conquista di utili 21 volte superiori rispetto a quelli attesi per l’anno seguente. Il mercato azionario europeo multiplo, infatti, si ferma a 16, e ciò vuol dire soltanto due cose: la prima è che la borsa americana, oltre ad essere la più prestigiosa, è anche un rischio da non sottovalutare, mentre la seconda è che investire sulla borsa Europea non convenga. Difatti, gli investitori tendono a favorire il mercato americano per il semplice fatto che, in Europa, non esistano aziende che raggiungano dei numeri simili.
Le società importanti
I colossi di cui avevamo parlato prima sono aziende che conosciamo molto bene, e tutte fanno parte di un settore che prende il nome di Famag. Vediamo, quindi, di chi si tratta.
La prima della lista è la Apple, con un immenso valore di oltre 2.400 miliardi di dollari nonostante gli 85 miliardi dati in allentamento alle restrizioni sull’App Store. In seguito proseguiamo con Microsoft, da 2.220 miliardi, Google, a 1.900 miliardi, Amazon, con 1.756 miliardi, e infine Facebook che ha un numero di 1.100 miliardi.
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Queste cifre sono talmente elevate che basti pensare ai dati di marzo 2020 in cui, nonostante il valore complessivo delle aziende fosse a un totale di 4.000 miliardi, in alcune settimane di inizio 2021 sono riusciti ad accumulare una ingente quantità di denaro in pochissimo tempo.
Come investire
Queste società capitalizzano quanto il Giappone e la Germania per via dell’aumento dei prezzi rispetto alle medie storiche, ma anche grazie ai titoli growth ad alta crescita che mantiene i bassi tassi d’interesse e ne risente di meno nel ciclo economico a differenza di quelli Value.
In questo periodo l’America pare che abbia raggiunto il massimo, e che si avvicini alla cosiddetta “Teoria dei tre picchi“, la quale consiste in una espansione monetaria, nel campo fiscale e in quello della crescita economica.
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Vista la situazione delicata gli imprenditori si sono fatti la seguente domanda: su cosa vale la pena investire? A chiarire questo interrogativo è Paolo Belvederesi, direttore generale di Zeygos, che afferma che investire su titoli più cari, anche durante delle fasi di calo, sia meglio piuttosto che concentrarsi sui titoli growth, i quali hanno i multipli invariati poiché si basano sulla visibilità futura degli utili.