IBM e Michael J.Fox collaborano per la ricerca sperimentale sul Parkinson

Una analisi continua sul Parkinson ha portato a dei risultati notevoli, dovuti principalmente alla collaborazione di due aziende importanti che hanno deciso di adoperare una sperimentazione a lungo termine.

IBM e Michael J.Fox collaborano per la ricerca sperimentale sul Parkinson
Una nuova cura ha avuto inizio da tre anni, e che mira a sconfiggere il Parkinson – MeteoWeek.com

IBM Research e The Michael J. Fox Foundation, è da molto tempo che si sono preoccupati di studiare meglio la Malattia di Parkinson, che purtroppo si manifesta lentamente, dopo i 50 anni, e colpisce principalmente il cervello.

Grazie all’IA (Intelligenza Artificiale), le due aziende hanno avuto modo di accelerare il loro studio contro il Parkinson. In questo modo, difatti, sarà possibile arrivare ad un riscontro più rapido per poter capire quali farmaci e terapie possono essere adeguati per ogni singolo paziente.

Dal 2018 tentano di velocizzare il processo di ricerca contro il morbo di Parkinson. L’obiettivo, dunque, è quello di studiare un modo per applicare le tecnologie IA e machine learning in questo campo, cosicché la diagnosi fatta per ogni paziente possa migliorare la sua salute.

I risultati ottenuti

IBM e Michael J.Fox collaborano per la ricerca sperimentale sul Parkinson
La maggior parte dei dispositivi che usiamo, o dei social che frequentiamo, fanno un uso continuo dell’IA – MeteoWeek.com

Così facendo sarà possibile ottenere dei benefici importanti. Infatti, aiutare i pazienti a gestire la malattia sarebbe un importante traguardo da non trascurare, soprattutto se si tratta di usare degli strumenti avanzati per farlo. Da questi esperimenti, inoltre, pare ci siano stati dei progressi riportati sulla rivista scientifica Lancet Digital Health, che si occupa nello specifico di analizzare i risultati di queste ricerche.

Le aziende sono riuscite a realizzare un modello di IA capace di rilevare i sintomi del Parkinson e predire la loro progressione prima che sia troppo tardi. Tutto ciò può essere possibile essendo a conoscenza soltanto dei dati clinici dei pazienti.

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Grazie a questo magnifico risultato, è facile costatare che l’Intelligenza Artificiale si sia rivelata essere davvero molto utile e indispensabile. In tale modo, adesso, potremo valutare i sintomi motori e non motori che, precedentemente, rendevano difficile comprendere lo stato di avanzamento della malattia. E non solo: oltre a poter garantire un trattamento più efficace, l’IA riesce anche a selezionare i candidati migliori per le sperimentazioni cliniche.

Novità future

IBM e Michael J.Fox collaborano per la ricerca sperimentale sul Parkinson
La Malattia di Parkinson tende a colpire, purtroppo, anche i giovani nei peggiori casi – MeteoWeek.com

Questo è stato possibile “addestrando” i modelli IBM IA in base a tutti i dati raccolti sui pazienti affetti dalla malattia. Così facendo sono riusciti a sviluppare un sistema che potesse riconoscere qualunque stadio e tipo di progressione esistente, allo scopo di individuare con precisione le condizioni delle persone prese in carico. Possono essere identificati, quindi, i sintomi motori, posturali e mentali.

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Tuttavia, i ricercatori affermano che c’è ancora molto da elaborare e da scoprire. Devono gestire tanti altri dati così da offrire indicazioni ancora più precise e vaste di quelle che già hanno. Per il momento attendiamo ulteriori notizie in merito; un giorno, forse, questo progetto raggiungerà l’apice, permettendoci di sapere praticamente tutto sul Parkinson. Può darsi che, per l’appunto, possa nascere un dispositivo apposito in seguito.

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