Il telescopio James WEBB (JWST) si prepara ad essere lanciato nello spazio in autunno e promette di raccogliere l’eredità del suo predecessore HUBBLE
Viene definito dai suoi sviluppatori il telescopio più potente e performante di sempre. Queste sono le allettanti premesse che accompagnano la realizzazione del progetto di lancio di un dispositivo che promette di cambiare radicalmente la nostra comprensione dei fenomeni del cosmo. Ed è quanto dichiarato dalla NASA relativamente all’apparecchio James WEBB. Un gioiello di sublimazione tecnica realizzato grazie alla solida partnership internazionale della NASA, dell’agenzia spaziale europea (ESA) e della agenzia spaziale canadese (CSA). Al completamento della missione partecipano inoltre:
la Northrop Grumman, il principale referente per la produzione di componenti industriali ad altissima efficienza e innovazione.
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Il JWST o WEBB è un apparecchio ad infrarossi, dotato di uno specchio primario costituito da 18 segmenti esagonali. Le dimensioni dello strumento adibito alla misurazione sono notevoli. Paragonato alla dotazione di HUBBLE, che conta una superficie di 2,4 m di diametro, lo specchio di WEBB è circa 3 volte maggiore del suo predecessore.
Webb si rappresenta quindi come il pilastro delle osservazioni che accompagneranno i prossimi decenni fornendo alla comunità scientifica un contributo incalcolabile. Si spera possa mettere maggiore chiarezza sui dubbi relativi al fenomeno del Big Bang, nonché scogliere i nodi riguardanti l’evoluzione e la presenza di vita su altri pianeti.
Agli albori ci si riferiva al progetto come a “Next Generation Space Telescope” (NGST) e solo 2002 ha preso il nome di un ex amministratore della NASA, James Webb. Oggi possiamo parlare di un complesso sistema, dalle prospettive di impiego abbastanza lunghe, che contro tutte le aspettative sta arrivando al suo compimento.
Il lancio è previsto in autunno, il 31 ottobre 2021, per mezzo del razzo Ariane 5 in partenza da Kourou dalla Guyana francese, dopo aver transitato attraverso il canale di Panama. Una volta arrivato alla stazione di lancio verrà quindi caricato di propellente e si potrà procedere alla spedizione nel punto di Lagrange, una zona dello spazio dove le forze gravitazionali della Terra e del Sole si trovano in equilibro, a circa un milione e mezzo di chilometri dalla nostro pianeta.
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Il timing delle operazioni prevede tre fasi. La prima richiederà il dispiegamento delle componenti. Seguiranno sei mesi di verifiche e di collaudi. Dopo di che, a partire dal 2022 partiranno le prime osservazioni.
I programmi pianificati per il suo primo anno di attività sono 226, 9 sotto la guida di enti e università italiane e ben 88 quelle supervisionate dai ricercatori dell’ESA.
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