Ci guarda dall’alto e ha facoltà di giudizio verso tutti noi. Non parliamo di una divinità, ma del nuovo sistema di Google Maps per combattere gli evasori fiscali.
Si tratta di un sistema che segnala tempestivamente alle autorità competenti eventuali beni non dichiarati al fisco. Il ministero dell’economia francese lo vede come un’opportunità per combattere l’evasione fiscale.
Come funziona?
Nello specifico è un algoritmo, un sistema digitale di paragone tra quanto dichiarato dai proprietari delle abitazioni e quanto mostrato dalle immagini raccolte dal satellite. Se le due versioni non dovessero corrispondere, il sistema crea in automatico una cartella. Un’analista fa i dovuti accertamenti e nel caso si verificasse un’ illecito, la cartella viene consegnata all’evasore invitandolo a mettersi in regola il prima possibile, pena sanzioni davvero molto salate.
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Il fisco francese non perde tempo e infatti ha già sperimentato il sistema con dei beta test in 13 dipartimenti per verificarne funzionamento ed efficacia.
Lo scorso luglio l’algoritmo ha individuato possibili incompatibilità tra quanto dichiarato e quanto osservato dall’alto, ma si è trattato di errori di interpretazione del sistema. A seguito di questi feedback, l’intervento di tecnici umani è stato pressoché inevitabile. Questo ci fa capire quanto la tecnologia, pur se in costante innovazione, abbia ancora bisogno della mano dell’uomo per accorgimenti, migliorie o semplice supervisione.
Ma la tecnologia, come la scienza, può solo che migliorare. Infatti l’Unione Europea ha deciso di investire sullo sviluppo di un sistema informatico basato sull’intelligenza artificiale con l’obiettivo di prevenire e reprimere l’evasione fiscale in tutta Europa.
Non si esclude infatti che nel prossimo futuro avremo un sistema simile anche in Italia. Basti pensare che nel nostro paese, solo nel 2020 gli evasori fiscali sono risultati essere 3546 con un ammontare di 110 miliardi di tasse mai pagate.
Essendo dunque la tutela del fisco un interesse collettivo, ogni innovazione ingegneristica sarà messa a completa e libera disposizione con codice open source, ovvero liberamente modificabile dagli utenti in qualsiasi momento.
D’altronde Google Maps è uno dei servizi più utilizziamo sul nostro smartphone ed è recentemente anche utilizzabile in modalità incognito, senza cioè che Google tenga traccia dei dati di localizzazione. Quest’ultimo aspetto infatti, ci porta verso il tema spinoso della privacy di cui sentiamo parlare continuamente.
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Cosa dice Google sulla privacy di Maps?
Google si è espressa in merito, affermando che il progetto si basa su dati pubblici e viene realizzato nel pieno rispetto delle norme che disciplinano la protezione dei dati personali. I dati generati dalla Direzione Generale delle Finanze Pubbliche francese rimangono di proprietà della stessa Direzione Generale, senza possibilità che Google possa averne accesso.
Inoltre, le immagini satellitari di Google Maps hanno ancora una risoluzione troppo bassa per rappresentare un problema per la privacy. Ma Google sta apportando delle modifiche, lavorando assiduamente sui dettagli degli scatti e delle panoramiche.