La missione del 2024 sulla Luna sta risultando più difficile del necessario da organizzare. Tutto, perchè le tute spaziali non saranno pronte in tempo.
Brutte notizie: l’obiettivo di riportare gli astronauti sulla Luna nel 2024 con il programma Artemis rischia di diventare cenere e sfumarsi perché le tute utilizzate per poter svolgere azioni fisiche lunare e spaziali potrebbero non essere pronte per la data prevista.
Lo si legge nel rapporto dell’Ispettorato generale (Oig) della Nasa, pubblicato il 10 agosto.
Come emerge dal rapporto in questione, in 14 anni anni la NASA avrebbe speso, e buttato nel cosiddetto gabinetto, 420 milioni di dollari nello sviluppo di una nuova generazione di tute per i propri astronauti, ma il progetto viaggia con almeno un anno di ritardo rispetto alla pietra miliare più importante, l’appuntamento con la Luna della missione Artemis III. Il risultato dell’audit è categorico: portare l’Uomo sulla Luna nel 2024 è impossibile.
Il ritardo di un anno sta danneggiando, seppur lateralmente, una delle missioni più importanti e sospirate dalla NASA.
Non c’è proprio modo di rimediare?
LEGGI ANCHE: SpaceX e NASA andranno ufficialmente assieme su Giove per scoprire il mistero del suo vapore acquo
Un ritardo importante sta causando la perdita di tempo e denaro da parte della NASA
“Per via dei ritardi nello sviluppo delle tute spaziali, non è realistico che la Nasa possa portare gli uomini sulla Luna nel 2024”, si legge nel documento.
“L’attuale programma della Nasa è di produrre le tute spaziali di nuova generazione, chiamate Exploration Extravehicular Mobility Unit (xEMU), per novembre 2024, ma l’agenzia sta affrontando diverse difficoltà nel raggiungere questo obiettivo.Rispetto alla tabella di marcia si registrano circa 20 mesi di ritardo per quanto riguarda il design, la verifica e il test delle tute lunari”.
Secondo le risultanze dell’audit, la pandemia di coronavirus ha avuto un impatto quantificabile in circa 3 mesi di ritardo nello sviluppo della nuova tuta rispetto alla tabella di marcia, a causa della chiusura dei laboratori, degli uffici e delle aziende coinvolte.
Lo smartworking in questo caso, era pressoché inutile.
La batosta più forte però è stata data dalla mancanza di fondi e in particolare al taglio netto dato al budget della NASA dal Congresso, che ha visto ridurre i fondi del 28%, una percentuale non indifferente, per il programma Gateway all’interno del quale avviene lo sviluppo delle nuove tute.
Ilo settore ha quindi quasi chiuso i battenti.
Ciò ha comportato almeno 3 mesi di ritardo nello sviluppo, l’impossibilità di procurarsi i componenti essenziali per la validazione del design e il taglio della produzione di una seconda tuta di verifica per il programma Artemis, con un ulteriore ritardo di 9 mesi rispetto ai tempi di progetto della missione Artemis III e di 3 mesi per i modelli per la Stazione Spaziale Internazionale.
L’Ispettorato ha evidenziato anche problemi nei lavori dovuti alla struttura del progetto, all’inserimento di personale non qualificato e alla mancanza di comunicazione tra i reparti.
LEGGI ANCHE: Elon Musk si prende la Luna “alleandosi” con la NASA: il futuro di SpaceX
Ma lo sapete che la NASA utilizza ancora le tute spaziali degli anni ’70?
La tuta spaziale è infatti uno dei componenti più importanti per l’esplorazione spaziale, perché senza di essa, è impossibile pensare di poter sopravvivere nello Spazio: deve assicurare la sopravvivenza degli astronauti in ogni condizione e supportarli nelle attività extra veicolari.
Ma davvero c’è bisogno di nuove tute? Sì, gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale utilizzano tute progettate alla fine degli anni ’70 per il programma Space Shuttle e presentano un’innumerevole serie di criticità.
Ovviamente non si può pretendere che siano alla moda (l’occhio vuole la sua parte) ma la tecnologia è andata molto avanti, e alcuni pezzi servono per rendere la missione un successo.
Le tute di adesso sono pesanti e rigide, limitano i movimenti degli astronauti, non assicurano climatizzazione ottimale e possono essere indossate solo da persone con il fisico corrispondente alle caratteristiche strutturali delle tute, visto che non possono essere adattate.
Della serie: se siete alti 1.50, scordatevi la tuta spaziale.
Ma soprattutto erano stare realizzate per durare quindici anni e invece tra revisioni e costosa manutenzione sono in uso ancora oggi, ben oltre quanto fosse previsto inizialmente.
Sono ormai quindi completamente usurate e dalla protezione, sono diventate un pericolo.
Nel frattempo Elon Musk, il fondatore di SpaceX, ha offerto via Twitter la collaborazione della sua azienda per realizzare una possibile tuta spaziale, scrivendo semplicemente: “SpaceX potrebbe farlo se necessario”.