Il sistema di allarme terremoto implementato per il sistema operativo di Google è stato utile per migliaia di utenti residenti nelle Filippine, dove una scossa di magnitudo 6,7 ha colpito la sua capitale Manila.
L’enorme diffusione degli smartphone con sistema operativo Android potrebbe un giorno salvare migliaia di vite in caso di terremoto.
O almeno così crede Google, che ha lanciato un ambizioso progetto in più fasi che mira a trasformare gli smartphone in uno strumento di informazione sugli eventi sismici, inizialmente, e addirittura in mini-sismografi, successivamente.
Circa un anno fa Google ha implementato in alcuni Paesi un sistema di allarme terremoti chiamato Android Earthquake Alerts.
La funzione è stata particolarmente utile sabato mattina, dove alle prime luci dell’alba un forte terremoto di magnitudo 6,7 ha colpito Manilia, capitale delle Filippine.
I possessori di dispositivi Android alcuni istanti prima della scossa sono stati avvisati da una notifica dal loro smartphone con grande successo.
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Nei prossimi mesi il servizio verrà allargato al resto degli Stati Uniti e ad altri Paesi del mondo, con un piano di sviluppo sempre più complesso e che sfrutta anche il già esistente sistema ShakeAlert realizzato da varie istituzioni e università americane.
In una prima fase gli smartphone Android verranno usati solo per inviare notifiche di allerta alla popolazione, mentre nella seconda verranno utilizzati per rilevare le scosse sismiche nelle zone del mondo dove non ci sono abbastanza sismografi.
Sul celebre social network Reddit come anche su Twitter sono partiti veri e propri ‘thread’ sull’accaduto di qualche settimana fa, il terremoto nelle Filippine con cui abbiamo aperto l’articolo.
Google con il suo sistema ha creato un’enorme rete di rilevamento di terremoti in quasi tutto il globo.
Nel dettaglio Android Earthquake Alerts System utilizza gli accelerometri degli smartphone che in caso di potenziali scosse rilevano e inviano una segnalazione al server di riferimento di Google.
Si tratta, nella prima fase, delle onde iniziali (onde Primarie) e non di quelle potenzialmente più distruttive (onde Secondarie), tuttavia l’utente verrà allertato in tempo per mettersi in sicurezza.
Le informazioni, tra cui il luogo della segnalazione, verranno poi combinate con quelle degli altri telefoni per certificare se è in corso un terremoto o meno.
Una specie di passaparola.
Ovviamente non è sempre detto che il sistema funzioni alla perfezione e che la notifica arrivi prima dell’onda sismica potenzialmente pericolosa, nonostante ciò Google si sta impegnando per rendere la funzione più efficace possibile.
La Fase 2 vera e propria dell’Android Earthquake Alerts System, invece, prevede l’uso degli accelerometri e degli altri sensori degli smartphone Android per rilevare eventuali piccoli movimenti del terreno.
Se migliaia di smartphone invieranno dati simili, allora sarà molto probabile che avranno rilevato una P Wave e verrà lanciato l’allarme.
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Attualmente la funzione implementata dal colosso di Mountain View è disponibile in Kazakistan, Repubblica del Kirghizistan, Filippine, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan, Uzbekistan, Grecia e Nuova Zelanda.
Il sistema Android Eartquake Alerts verrà lanciato a livello globale il prossimo anno. Il sistema è attivo automaticamente ma gli utenti sono liberi di disattivarlo tramite le impostazioni del dispositivo.
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