La Confcommercio si oppone al possibile rinvio dello switch off al nuovo digitale terrestre DVB-T2, richiesto da alcune organizzazioni ed emittenti televisive: “Filiera dell’elettronica già esposta, a settembre 2021 si deve passare al MPEG-4”
L’imminente inizio del passaggio al nuovo digitale terrestre DVB-T2 continua a far discutere: dopo una richiesta di rinvio avanzata dalla Confindustria con una lettera inviata al MISE qualche settimana fa, ora è la Confcommercio a sottoporre al governo la domanda opposta. La Confindustria, infatti, in accordo con molte emittenti televisive sostiene che sarà impossibile riuscire a colmare il gap tra vecchi e nuovi apparecchi in un lasso di tempo così breve (settembre 2021 – giugno 2022): “ad oggi è ancora drammaticamente molto elevato e incomprimibile nel breve periodo il numero di apparecchi televisivi non idonei a ricevere la nuova TV digitale”.
Una considerazione fondata, considerando che – secondo una recente indagine condotta dalla Fondazione Ugo Bordoni – sebbene il 92% dei nuclei familiari italiani possiede un televisore compatibile con l’MPEG-4, meno del 50% delle famiglie che si affidano al digitale terrestre risultano attrezzate per il DVB-T2.
Diversa, invece, la posizione di Confcommercio, che nella giornata di mercoledì – 30 giugno – ha inviato anch’essa una lettera al Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e alla sottosegretaria Anna Ascani, chiedendo il rispetto del calendario (road map) messo a punto dal MISE riguardo il progressivo passaggio al nuovo digitale terrestre DVB-T2. Insomma, una chiara opposizione nei confronti di coloro che chiedono a gran voce il rinvio dello switch off.
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La lettera della Confcommercio: no allo slittamento dello switch off al DVB-T2 e rispetto della road map
Nella lettera inviata al MISE, l’associazione, che rappresenta importatori, produttori e filiali di case estere dei prodotti di elettronica, ha voluto ricordare che il complesso processo di transizione verso i nuovi standard di trasmissione del digitale terrestre ha l’obiettivo di liberare le frequenze destinate alle telecomunicazioni, migliorando nel contempo il livello qualitativo delle trasmissioni. Inoltre, ribadisce come tutti gli attori della filiera interessata abbiano programmato le proprie attività proprio in base alla “road map” già definita nel 2019 e variata più volte.
“Siamo oramai alla vigilia di un passaggio di grande rilevanza – afferma il presidente di ANDEC-Confcommercio (Associazione Nazionale Importatori e Produttori di Elettronica Civile) Maurizio Iorio – e in questa fase decisiva abbiamo appreso con stupore e preoccupazione della richiesta avanzata da alcuni broadcaster televisivi di rinviare le scadenze operative. Ovviamente, facendo affidamento su quando deciso da tempo, tutta la filiera dell’elettronica di consumo si è esposta commercialmente e soprattutto finanziariamente per poter fornire al mercato i prodotti necessari alla transizione nei tempi previsti ed uno slittamento avrebbe gravissime e ingiustificate ripercussioni”.
Per ANDEC è necessario che il ricambio tecnologico degli apparecchi presenti nelle case dei cittadini italiani avvenga in modo progressivo, con tempi compatibili con le dinamiche di acquisto e di vendita, al fine di arrivare alla scadenza del 30 giugno 2022 con il minor numero possibile di apparati non conformi ai nuovi standard televisivi.
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E riguardo il momentaneo flop del Bonus TV, la Confcommercio scrive: “Gli incentivi stanziati dal Governo e le campagne di comunicazione lanciate nei mesi scorsi non hanno determinato un significativo aumento della domanda, che inizierà ad essere percepibile solo se sollecitata dallo spegnimento del segnale MPEG-2 dei canali di interesse nazionale”.