L’intelligenza artificiale arriva davvero ovunque, anche a captare il tono di una persona e a scovarne tratti di depressione. Vediamo insieme come.
La depressione colpisce due persone su 5. E senza un aiuto valido, è veramente difficile uscirne indenni.
Ma ora diagnosticarla è più semplice.
Un software basato sull’intelligenza artificiale ”sente” la depressione nella voce delle persone consentendo di fare diagnosi e avvertire per tempo quando i disturbi depressivi hanno raggiunto livelli eccessivi pericolosi.
Ma prima di spiegare cosa davvero è capace di fare l’AI, facciamo un passo indietro e capiamo cos’è e come si manifesta la depressione.
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Cambiamenti fisici causati dalla depressione
La depressione è un disturbo molto diffuso e ben conosciuto dagli specialisti.
Con questo termine si fa riferimento ad uno stato d’animo e a un umore sempre triste e facilmente irritabile, con cambiamenti fisici, cognitivi e comportamentali che condizionano molto la vita del soggetto
Ci sono vari livelli di depressione. Quelli di minore gravità sono legati a particolari periodi della vita o a eventi difficili da accettare.
Riesce a far sembrare tutto sembra complicato, anche le cose più normali e semplici. Persino alzarsi al mattino dal letto può essere vissuto come uno sforzo.
Il depresso si sente sempre incompreso: i suoi disturbi possono riguardare il fisico, l’emotività, la concentrazione e il comportamento. In uno stato depressivo viene meno il desiderio sessuale, si perdono le energie, si fa fatica a memorizzare le cose, si può accusare tachicardia, sudorazione, caldo eccessivo o tremito da freddo, ansia, irritabilità.
Ci si isola dagli altri, si è esitanti nel fare scelte, nel prendere decisioni, si riducono al minimo le attività e nei casi più gravi possono esserci tentativi di suicidio. Il depresso si sente deluso dalla vita e vede tutto a 360° in modo pessimistico. I suoi pensieri sono automaticamente negativi.
Il lavoro o l’apprendimento scolastico ne risentono particolarmente per mancanza di concentrazione e difficoltà di memorizzare. Si isola e poi comincia ad avere problemi nel relazionarsi con figli, parenti e partner. Può accadere a volte che si manifestino solo sintomi fisici, senza peggioramenti evidenti dell’umore e nella vita che si vive esteriormente: in questo caso si potrebbe trattare di depressione mascherata, soprattutto se il paziente reagisce bene con i farmaci antidepressivi prescritti dal medico o ha familiari con depressione maggiore.
La depressione è un male infido, di cui spesso nessuno si avvede; a volte nemmeno il malato ne è consapevole e pensa che pensa che il suo stato sia da addurre a problemi reali di lavoro, economici o di coppia. Considera cioè il suo pessimismo, il suo nervosismo e la tendenza all’isolamento soltanto un effetto nomale di situazioni esterne che non vanno bene e di cui desidera il miglioramento e non chiede aiuto al medico.
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L’AI che “legge” la depressione nella voce
È l’innovazione presentata al 180imo Meeting of the Acoustical Society of America, da Carol Espy-Wilson, della University of Maryland.
L’algoritmo ideato sente la depressione nella lentezza del tono dell’individuo: i disturbi depressivi si associano infatti a un rallentamento psicomotorio della persona che si riversa anche sulla voce, con parole pronunciate più lentamente e con più pause, come a non voler spingere fuori quello che si sente dentro.
Il software potrebbe divenire una app da scaricare sul proprio smartphone per monitorare il proprio umore nella vita reale.
Idealmente, spiega Espy-Wilson, i terapisti daranno la app ai propri pazienti con depressione maggiore nei periodi in cui i sintomi sono andati in remissione o si sono molto ridotti, per tracciare il loro stato di salute mentale e le persone appropriate possono essere allertate se la app evidenziasse che la gravità della depressione sta aumentando. “In questo modo – continua – si potrebbe intervenire per tempo quando la depressione aumenta a livelli pericolosi”.