La Cina sta costruendo due misteriosi reattori nucleari. Sono diversi da quelli che abbiamo in Europa o negli USA, e sono quelli che servono a creare armi nucleari. Saranno operativi rispettivamente nel 2023 e nel 2026. Il mondo per l’ennesima volta a rischio catastrofe
Il mondo non sembra averne ancora abbastanza dai disastri scatenati dalle centrali nucleari, come se la storia non fosse stata vissuta e studiata a sufficienza.
Benché sia ancora fresco nella memoria di molti di noi il ricordo dell’incidente di Chernobyl, che a distanza di oltre 35 anni potrebbe persino avere drammatici sviluppi ( qui le ultime novità al riguardo), oppure il più recente disastro alla centrale nucleare di Fukushima, avvenuto l’11 marzo del 2011, ma che ancora oggi tiene mezzo mondo con il fiato sospeso, c’è chi pensa ad attivare due nuovi reattori nucleari di tipo “autofertilizzante”, in grado cioè di generano più carburante di quello che utilizzano.
Inutile dirvi chi sta attivando questi due reattori, dato che potete arrivarci da soli.
E avete azzeccato.
Nella piccola e anonima isola di Changbiao, nella Cina sud-orientale, la China National Nuclear Corporation sta costruendo due misteriosi reattori nucleari e a livello internazionale molti osservatori e scienziati hanno cominciato leggermente a preoccuparsi.
Ma perché preoccuparsi? Tutti hanno i reattori nucleari.
Il problema è che questi sono del tipo cosiddetto “autofertilizzante” e cioè, per dirla semplicemente, generano più carburante di quello che utilizzano. Di solito si usano per produrre il plutonio e le armi nucleari.
Confortante vero?
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I lavori per la realizzazione delle centrali sono in corso ormai da tempo, e avvengono nel più assoluto riserbo, in una piccola e anonima isola chiamata Changbiao, situata nella Cina sud-orientale.
Come prima cosa, sappiamo che dovrebbero accendersi nel 2023 e nel 2026 e rappresentano uno strano salto nel passato a livello scientifico perché quasi tutti i grandi paesi del mondo hanno abbandonato quel sistema.
Di solito i reattori sono raffreddati ad acqua, mentre questi sono raffreddati con il sodio liquido.
A livello internazionale cresce la tensione, non tanto perché si stiano costruendo dei nuovi reattori nucleari, ma piuttosto per il fatto che quasi tutte le superpotenze hanno abbandonato quel sistema considerato, rispetto a quello usato nelle più moderne centrali, poco sicuro.
Grazie ai due reattori, raffreddati non ad acqua ma con il sodio liquido, la Cina potrà sfornare approssimativamente 1.270 testate nucleari entro il 2030.
Nessuno sa dare una spiegazione per quella che viene già considerata una decisione sconsiderata, soprattutto considerando che gli incidenti succedono. E lo sappiamo bene.
All’interno di questi CFR-600 c’è infatti un combustibile chiamato ossido misto, costituito da plutonio di scorie nucleari e uranio impoverito: i reattori saranno rispettivamente in grado di produrre 1500 MWt e 600 MWe di energia.
E le scorie? Ciò che è dato sapere del programma lascia tutti sgomenti. La Cina sarebbe in grado di produrre armi in grandi quantità, ma anche ingenti scarti che poi dovrebbe in qualche modo smaltire.
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Secondo un documento redatto dal Nonproliferation Policy Education Center (NPEC) la Cina potrebbe avere 1.270 testate nucleari entro il 2030.
Ma attualmente il programma è abbastanza opaco e poco chiaro sulle tempistiche e sui metodi di programmazione.
Sembra assurdo che un paese così popoloso, prospero e dinamico si stia riempiendo di tonnellate del materiale più pericoloso al mondo.
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