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La modalità notte nel telefono migliora il sonno? Arriva la smentita da uno studio

E’ ormai convinzione largamente diffusa che la modalità notte favorisca il sonno, rendendolo migliore. Tutte le case produttrici di smartphone e tablet, da Apple a Samsung, riportano sempre questa dicitura sotto alla funzione citata. Uno studio della Brigham Young University, tuttavia, sembra smentire nettamente questa posizione: ecco i dettagli della ricerca

La modalità notte è davvero utile per migliorare il sonno? Uno studio smentisce la posizione. – MeteoWeek.com

Nel corso degli anni svariati studi hanno provato che l’utilizzo di apparecchiatura tecnologica prima di andare a dormire impedisca un sonno di qualità. Sono state condotte diverse ricerche in merito e tutte hanno condotto a questo risultato: usare telefonini, tablet, console da gioco, PC e altri apparecchi simili innescano reazioni nel corpo umano che non permettono di godere di un sonno continuativamente buono.

In risposta a queste ricerche, le grandi aziende produttrici di smartphone, tablet e PC hanno messo a punto il cosiddetto filtro luce blu, altrimenti conosciuto come filtro luce notturna, modalità notte o protezione occhi in alcuni dispositivi. Gli schermi infatti emettono una luce blu che ci fa “credere” di essere svegli, ingannado il cervello e rendendo difficoltoso il sonno: la soluzione proposta dalle grandi aziende è di inserire un filtro che rende lo schermo color sabbia, “ingannando” il cervello e impedendo la ricezione della luce blu, per migliorare di conseguenza la qualità del sonno.

Ma è proprio così? Un recente studio sembra smentire nettamente questa posizione.

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Modalità notte negli smartphone: non sarebbe davvero utile per migliorare la qualità del sonno

A condurre la ricerca sulla qualità del sonno relazionata alla modalità notte negli smartphone, ma anche nei tablet o nei PC, è stata la Brigham Young University, la quale ha condotto lo studio – pubblicato sulla rivista Sleep Health – su un sample di 167 adulti emergenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni, utilizzatori quotidiani di telefoni cellulari.

Ad ognuno dei partecipanti è stato chiesto di riposare la notte per almeno 8 ore, indossando un accelerometro in grado di misurare la qualità del sonno; è stato chiesto inoltre di installare un’applicazione sul proprio smartphone per monitorarne l’utilizzo. Sono stati poi suddivisi in tre gruppi: ad un gruppo è stato chiesto di utilizzare lo smartphone con modalità notte prima di andare a dormire, ad un altro è stata fatta la stessa richiesta ma senza l’utilizzo della modalità, e al terzo gruppo è stato chiesto di astenersi completamente dall’utilizzo dello smartphone nelle ore prima di coricarsi.

Dai risultati non sono emerse differenze significative tra i tre gruppi di utilizzatori, nemmeno riducendo le ore di sonno.

A incidere sulla qualità del sonno sarebbero per lo più stimoli psicologici come chat, social network, video e quant’altro. – MeteoWeek.com

I (probabili) fattori che influiscono veramente sulla qualità del sonno

Chad Jensen, uno degli autori della ricerca, si è così espresso circa i risultati ottenuti: “Ciò suggerisce che quando sei stanco ti addormenti comunque, indipendentemente da quello che hai fatto prima di metterti a letto. La pressione del sonno è così alta che ciò che accade prima di andare a letto non ha alcun effetto”.

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Proseguono i ricercatori affermando quanto segue: “Il coinvolgimento psicologico stimolato da chattare, postare contenuti e navigare in Rete è un fattore importante che influisce sull’andamento del sonno”. In altre parole, il vero motivo per cui un dispositivo può influenzare negativamente il sonno riguarderebbe soltanto gli stimoli psicologici provenienti dall’utilizzo e non direttamente dalla già citata luce blu.

Alberto Baldiotti

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Alberto Baldiotti
Tags: pcsmartphone

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