Dopo il furto di dati ai danni di Facebook sono emerse in rete alcune statistiche relative all’attacco al social: l’Italia, assieme agli USA e all’Egitto, è tra i Paesi più colpiti. In Rete sono finite svariate informazioni personali degli utenti iscritti alla piattaforma, soprattutto numeri di telefono, ID, nome e cognome, date di nascita e indirizzi e-mail
Il recente enorme furto di dati a Facebook di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa è stato un evento decisamente inatteso, ma non si tratta della prima volta che un social network si trova bersagliato da attacchi hacker di questo tipo. In passato sono stati scoperti diversi database in Rete, non soltanto nell’Internet che conosciamo ma anche nel dark web, inclusivi di centinaia di migliaia di profili e dati d’accesso ad account su social network e altre piattaforme.
Pensiamo ad esempio anche al furto di dati su LinkedIn, altro evento purtroppo molto recente dato che il rispettivo database è stato svelato poco dopo il caso di Facebook. Nel caso di LinkedIn peraltro non è stata portata a termine alcuna “breccia” nel sito del celebre social, ma è stato utilizzato un software in grado di scandagliare l’intero sito in continuazione, alla ricerca di dati sensibili.
Dopo la scoperta del database, sono state elaborate alcune statistiche relative ai Paesi più colpiti e alle tipologie di dati trafugati, e il quadro che emerge non è per nulla confortante.
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I ricercatori della società Surfshark hanno elaborato alcune statistiche in merito all’attacco hacker ai danni di Facebook – condotto nel 2019 ma il cui database è stato pubblicato soltanto due mesi fa – cercando di comprendere quali siano stati i Paesi più colpiti e soprattutto le tipologie di dati esposte.
Il dato che emerge in merito ai Paesi è sconfortante: l’Italia si piazza al secondo posto nella lista di utenti bersaglio del furto di dati, con la cifra di 35.677.377 cittadini coinvolti loro malgrado. Al primo posto troviamo l’Egitto con 44.833.547 utenti, al terzo posto invece gli Stati Uniti con 32.315.282 utenti coinvolti.
Seguono poi l’Arabia Saudita con 28.804.686 utenti coinvolti, quindi il Regno Unito con la cifra di 11.522.327 persone i cui dati sono finiti in Rete. Altri Paesi coinvolti duramente nell’attacco sono Francia, Turchia, Marocco, Colombia, Iraq e Sud Africa.
Surfshark ha condotto indagini approfondite anche in merito alle tipologie di dati esposti nel data breach: soltanto per il 4,76% delle vittime dell’attacco hacker è stato reso pubblico l’indirizzo email, mentre per l’89,01% è stato reso pubblico il numero di cellulare.
A preoccupare è un altro dato emerso dallo studio di Surfshark: il set di dati consente anche di combinare nomi e numeri di telefono con i dati sulla posizione (esposti nel 60,58% dei casi), ma sono stati esposti anche i nomi di datori di lavoro (18,3% dei casi).
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Se non avete ancora avuto modo di controllare se il vostro account è stato vittima dell’attacco, lo potrete fare nel sito Have I Been Pwned. In ogni caso raccomandiamo di cambiare la propria password al più presto, e soprattutto consigliamo caldamente di prestare attenzione a messaggi anomali o email dal contenuto sospetto: potrebbe trattarsi di un tentativo di truffa, perpetrato proprio grazie all’esposizione dei dati nel database.
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